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Max Pescatori: “Farina e Todd Brunson i miei mentori a Stud. Player of the year? Difficile, ma devo provarci!”
La sua voce, da sempre familiare, ha oggi un’eco diversa.
Max Pescatori ha superato ogni più spinta immaginazione. Sua e di tutti noi.
La testa e il cuore sono più leggeri. Non uno, ma ben due bracciali nel giro di venti giorni. E in un attimo ecco a voi il miglior pokerista europeo all-time ai campionati del mondo.
Nessuno era riusciti a centrane quattro. E non è ancora finita.
Dopo una due giorni di relax assoluto, il “Pirata” – a cui non serve più la bandana – ci ha raccontato il suo trionfo:
“Vincere un Championship ha un sapore speciale. I tornei da 10.000$ di buy-in sono il traguardo più importante da poter centrare in una singola disciplina. In questo Stud Hi/low ho affrontato davvero i top player mondiali. Non c’era un tavolo facile. Tutti preparatissimi. Tutti fortissimi. Tutti famosi. Arrivato al final table la strada era ancora lunga. In questa variante non ti puoi distrarre un secondo, devi stare sempre sul pezzo. A 3 left eravamo distrutti. Le energie stavano per esaurirsi, ma in quel momento non potevo proprio mollare…”
E così è. Max regola Negraenu e Chidwick e si assicura il torneo:
“Daniel mi ha detto che lo Stud Hi/Low è la specialità dove si sente più forte in assoluto. Anche questa è una soddisfazione in più. La mia storia con questa disciplina nasce tanti anni fa. In molti hanno raccontato delle mie prime lezioni con Jennifer Harman: vero, ma fino a un certo punto. Il mio primo maestro di Stud è stato infatti Valter Farina. Sedevo dietro di lui quando giocava le grandi partite cash delle specialità. Era il 1999. Io ai tempi mi ero avvicinato all’Omaha Hi/Low. Dopo aver letto Super System 2 il capitolo che mi colpì maggiormente fu proprio quello sullo Stud Hi/Low, scritto da Todd Brunson. Da lì ho fatto combaciare le due cose…”
Dopo aver centrato il quarto, Max, come detto, ha preferito prendersi un po’ di riposo abbandonando a malincuore l’idea di giocare il 50.000$ Championship. Ora, però, è già tornato in pista. Dopo due braccialetti ora l’obiettivo è uno soltanto:
“Ci ho rifletutto su parecchio, ma alla fine entrare al day2 di un torneo del genere mi sembrava davvero eccessivo. Primo perché ero davvero spompato. Giocavo da cinque giorni consecutivamente e sapevo sarebbe stata quasi impossibile dal punto di vista fisico e mentale. In secondo luogo, pur avendo appena vinto, non è nella mia filosofia spendere una cifra del genere per un torneo. A questo punto il vero grande sogno sarebbe poter vincere il Player Of The Year. L’unico rammarico è che le graduatorie vengono calcolate con parametri alquanto discutibili. Insomma, sarà più dura del previsto, ma da qui a lì alla fine proverò comunque a dare il massimo anche perché in futuro sarà difficile ricapiteranno occasioni simili…”