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Dove finiscono i consigli e inizia il free-coaching: il parere di Luigi ‘Il Giuglia’ D’Alterio!
Consigli o free-coaching?
E’ uno dei dubbi che attanaglia la maggior parte dei top regular di Texas Hold’em, spesso restii a dispensare opinioni su una giocata per timore di uscire allo scoperto e rivelare gratuitamente preziosi ‘segreti’ del mestiere.
Definire il confine tra un semplice parere e una autentica ‘lezione’ di poker non è affatto semplice.
Questo pomeriggio abbiamo intervistato uno degli ‘astri nascenti’ del poker italiano, Luigi ‘IlGiuglia’ D’alterio, che ci ha fornito il suo punto di vista a riguardo:
“Per come sono fatto io mi capita spesso di ‘freecoachare’ , perché non riesco a non dare un parere a chiunque mi chieda un’opinione su uno spot. Mi piace riflettere sulle varie dinamiche anche perché attraverso una semplice discussione potrei trarre sempre qualche spunto utile per migliorare il mio gioco. Ad ogni modo esprimere un parere giudicando uno spot come ‘corretto’ o ‘sbagliato’, o mostrare uno spot particolare giocato da me, non può definirsi ‘coaching’: ognuno ha la sua idea di gioco e assimilerà ciò che ha visto o sentito in maniera soggettiva, magari sbagliando anche il timing della giocata. Nel Texas Hold’em infatti, come del resto in tante altri giochi, la teoria è importante ma a fare la differenza è la capacità di mettere in pratica in modo corretto le nozioni“.
Umiltà e spirito di analisi sono le caratteristiche principali per un buon coach secondo ‘IlGiuglia’, che non trascura affatto i dettagli:
“Per crescere è fondamentale giocare tanto e riflettere sui propri errori, sperimentando di volta in volta diverse soluzioni, a patto che si abbia una mentalità aperta per imparare. Io sono partito dai ‘micro’ senza mai avere un coach, sapendo davvero poco o nulla sul gioco e mi son fatto le ossa da solo giocando migliaia e migliaia di partite, osservando gli altri e assimilando, specialmente da chi reputavo più bravo di me. Ancora oggi se un giocatore non fortissimo mi fa una giocata particolare io ci rifletto su dal momento che a mio modo potrebbe tornarmi utile in altre circostanze!”
Insomma, secondo Luigi dare qualche consiglio ai meno esperti prendendo in esame uno spot particolare può risultare fine a stesso:
“Tornando a quanto accennato prima, sono poche le persone che riusciranno ad interpretare le tue parole in maniera appropriata in base alla loro idea di gioco, ed è molto probabile che si trovino ad applicare nuovi concetti in spot sbagliati. Capita spesso che alcuni mi dicano ‘la tua giocata alla lunga è sbagliata’ ed effettivamente può essere considerata tale. Ma in quella precisa situazione potrebbe rivelarsi la mossa più azzeccata e qui saranno in pochi a capire realmente perché, dato che si ragiona spesso per sommi capi senza inserire la giocata in un contesto specifico. Insomma, ognuno ha la sua idea di gioco ma in pochi hanno l’umiltà di crescere, e questi ultimi con un gran coach, tanto lavoro e la testa sulle spalle potranno ambire a diventare dei grandi giocatori!”
Nonostante la sua giovane età ‘IlGiuglia’ ha già accumulato un’esperienza sufficiente ai tavoli per vestire i panni del coach, come ci ha raccontato lui stesso:
“Coacho da poco tempo, eccezion fatta per alcuni amici stretti e direi che sta andando abbastanza bene, o per lo meno nessuno si è ancora trovato male :-). In tanti sono migliorati e hanno ottenuto bei risultati, personalmente è una grande soddisfazione perché oltre al lato economico è sempre bello vedere che un tuo ‘allievo’ è contento di quello che si fa assieme e comincia a vincere (o migliora il suo profit) sentendosi più ‘confident’ ai tavoli! Concludendo vorrei chiarire che un buon coach insegna innanzitutto a ragionare, passando ovviamente dall’analisi degli spot: quando faccio lezione infatti chiedo sempre il perché di una scelta in modo da far arrivare l’allievo al punto da elaborare una strategia ottimale per affrontare autonomamente situazioni simili. In fondo l’abilità fondamentale di un giocatore consiste nella sua duttilità e capacità di saper adattare il proprio gioco ad ogni circostanza”