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Charlie Carrel rivela il TP che lo ha indotto al call contro la Gilmartin: “Il suo body language è stato decisivo!”
Ne abbiamo già discusso, facendo supposizioni di ogni genere, provando solamente a ipotizzare le ragioni di quell’incredibile call.
Ora abbiamo finalmente la sua voce: Charlie Carrel ci ha rivelato in esclusiva il Thinking Process della mano che lo ha visto protagonista contro la bella Lynn Gilmartin durante l’EPT di Barcellona.
Oltre alla splendida analisi tecnica, Charlie ci ha rivelato che la decisione che lo ha portato a metterle tutte nel mezzo con una semplice coppia di 10 (su board articolatissimo) è stata sì dettata dalla sviluppo della mano, ma anche e soprattutto dal siparietto che si è creato tra i due al river.
Andiamo a rivedere ancora una volta lo spot e ascoltiamo le parole del fenomeno britannico:
PREFLOP
Decido di aprire con Q10 da Utg con soli 15bb. Ero short già da un po’ e non ero quasi mai stato tribettato, per questo ho preferito aprire piuttosto che openfoldare. Chiama solamete Lynn da Hijack. Lei era stata l’unica a tribettarmi quando ero short quindi sono piuttosto convinto lo avrebbe fatto nuovamente qualora avesse avuto un range davvero forte come A-Q+ o 10-10+. Immagino dunque possa avere qualche small pocket pair più tutte le broadway o mani come A-J, A-10.
FLOP
Decido di checkare convinto che avrebbe bettato una gran parte del suo range su questo flop. Il mio piano era dunque quello di check/callare e poi shovare turn su blank per tagliarle le odd qualora avesse mani come K-Q, Q-J, K-J. In quel momento mi è sembrata la soluzione migliore per abbassare la varianza, lei però checka dietro.
TURN
Al turn scende l’A che è praticamente la più brutta del mazzo. Checko perché non riuscirei a prendere valore da quasi nessuna mano peggiore. Lei ci pensa un attimo e decide di puntare poco meno di mezzo pot. Dopo aver checkato due volte sono convinto che tutto il suo range di bluff esca puntando, per cui decido di chiamare, pronto a chiamare uno shove su una blank al river. Qualora andasse all-in la sua porzione di bluff sarebbe più grande rispetto a quella di value.
RIVER
Il river è un 6 che complica la situazione. Checko ancora e lei decide di mettermi all-in. Inizialmente penso sia realmente forte e prendo in considerazione il fold, ma riflettendoci un attimo ripercorro l’intera action. In questo spot io rappresento raramente un A, e qualora fosse lei ad averlo, sono convinto opterebbe per una value bet su board così connesso. Ovviamente potrebbe avere flush, con mani come KJ o KQ, ma credo che le betterebbe flop oltre il 75% delle volte, quindi presumo abbia colore meno di una volta su due. D’altro canto potrebbe avere anche qualcosa come 8-9s o 8-8…
Ed è proprio qui che entra in gioco il trash talking di Charlie che inizia a fare qualche domanda alla sua avversaria…
httpv://www.youtube.com/watch?v=uad4Cdod1RY
La prima domanda che Charlie pone alla sua avversaria è quella che lo convince maggiormente a chiamare:
“Le ho chiesto quale fosse il cognome da nubile della mamma… 🙂 Non posso rivelarvi quale sia stato il tell decisivo che mi abbia indotto a chiamare. Ciò che posso dirvi è che in quei due minuti Lynn è apparsa estremamente serena, fin troppo. In altre parole, qualora stesse thin value bettando, il suo atteggiamento così confident cozzerebbe con la finezza della sua puntata. Il suo body language appare dunque polarizzato in uno spot nella quale non dovrebbe essere polarizzata. Questo significa che o è nuts o ha totally air. E per i ragionamenti fatti sulle sue combo di flush, mi convinco sempre più stia bluffando e decido di chiamare visto che ci sono 45 combo di broadway che hanno bucato. Devo comunque ammettere abbia recitato da vera attrice e se la mano non fosse stata tecnicamente così articolata, probabilmente avrei passato, polarizzandola davvero su nuts!”