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Il Pesca racconta il suo momento d’oro: “Sono in palla, se fossi in un campo da calcio farei la rabona!”
BERLINO – E’ un Max Pescatori maestoso quello in formato WSOP.
Che si disputino dall’altra parte dell’oceano o nel nostro continente cambia poco, il Pesca continua a sfoderare prestazioni da antologia:
“Sono veramente in palla, è come se avessi ripreso da dove avevo lasciato alle WSOP qualche mese fa. Quando giochi in queste condizioni puoi avere davanti chiunque che non ti fa paura nessuno: se fossi in un campo di calcio riuscirei a fare la rabona!(ride)”
Trovare qualche amatore tra i 161 iscritti a questo evento Pot Limit Omaha da 3.250€ è un’impresa abbastanza difficile come ci conferma Max:
“Il field è bello tosto, ma sono sempre riuscito ad esprimere al meglio il mio gioco e tutto è filato per il meglio. C’è stata soltanto un’occasione nella quale sono stato abbastanza fortunato ma per il resto è stato un crescendo continuo. E’ sempre un piacere rappresentare l’Italia in queste circostanze: i grandi nomi che arrivano qua sanno cosa ho fatto quest’anno e anche loro mostrano molto più rispetto al tavolo.”
A proposto di rappresentanza azzurra, in questi primi giorni non si sono visti tanti italiani dalle parti di Berlino nonostante si tratti di un evento di cartello, pieno zeppo di top player provenienti da tutto il mondo:
“Onestamente sono deluso dal fatto che tanti italiani, soprattutto i top italiani o almeno quelli che si considerano tali, non siano presenti. C’è tanta gente che continua a vantarsi di far parte dell’élite del poker e poi non si presenta a quelli che a tutti gli effetti sono i mondiali. Non è solo una questione di braccialetti, qua è l’Italia contro gli altri paesi e vedere così pochi connazionali non fa certo piacere.”
Sebbene Max Pescatori continui ad essere uno tra i giocatori italiani che meglio incarna il concetto di ‘professionismo’ nel poker, c’è chi lo accusa di vincere tanto solamente per via dei field ridotti contro i quali si misura:
“Innanzitutto ci tengo a precisare che soltanto nell’ultimo braccialetto, lo Stud Hi-Lo, c’erano pochi partecipanti. Il primo che ho vinto aveva 1300 iscritti, il secondo 680 e il terzo 460, senza considerare che tra i 111 concorrenti nello Stud più della metà erano campioni assoluti nella specialità e infatti si è visto con chi sono arrivato al final table…”
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