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Reg Identikit – Andrea ‘beronzzz’ Barone: “Sono il peggior datore di lavoro che potessi trovare!”
Se l’è aggiudicato lui quello che, finora, è stato l’evento più ricco del TCOOP, ovvero il 250€ Progressive Super-KO da 147.150 euro di montepremi.
Andrea ‘beronzzz’ Barone, cliccando da Tortona, ha messo dietro di sé 653 avversari, incassando circa 16.000 euro in appena quattro ore di fatica.
“Vincere un evento come questo dà sicuramente una soddisfazione enorme – racconta Andrea – tra l’altro, all’inizio, la connessione saltava e sono finito sit-out con Q-Q e scala al river. Le skill nei tornei turbo contano meno di quanto si possa pensare, certo i reg conoscono bene i range di shove preflop e altro, ma il chipleader al final table aveva meno di 40 blind… questo la dice lunga sullo spazio di manovra che avevamo postflop”.
Per Barone questo è il successo più importante online in carriera e per vincerlo, come ha sottolineato, è stato accompagnato da una deliziosa run.
“A un certo punto con 9-9 contro A-J ho chiuso scala al river, dopo che Genovesi aveva hittato un jack al flop. Ecco, lì ho intuito di potercela fare, anche perché chiudere runner runner contro Jackson è più raro che shippare due volte il 250€ KO (scherza). Comunque non è il primo torneo ‘dei duri’ che vinco, infatti prima che cambiassero il palinsesto feci mio il 250€ Super Thursday on Stars. Ho in bacheca anche tutti gli high roller di iPoker, più qualche altro risultato minore”.
Barone è un grinder esperto, che fa questo nella vita da un lasso di tempo non così breve se consideriamo l’estrema velocità del poker.
“Clicco da cinque anni e non ho altre occupazioni oltre a questa. Lo considero un lavoro e credo di essere il peggior ‘capo’ che potessi trovare. Tengo infatti una media di 10/12 ore al giorno, cinque giorni su sette. Seppur negli anni l’aspettativa di guadagno si sia abbassata, la ritengo ancora abbastanza profittevole come attività. Live non ho ottenuto grossi risultati, però vado fortissimo con le quote scambiate (ride)!”.
Ci ha incuriosito quel ‘peggior capo che potessi trovare’, dunque gli abbiamo chiesto cosa intendesse con tale affermazione.
“Oltre ai tantissimi regular che popolano il punto it, oggi si può trovare lo studente universitario che si applica per mantenersi gli studi, facendo con un minimo impegno quei 300/400 euro al mese, o quello che ha investito su un coach per passare da giocatore random a sensato. In questa realtà è necessario lavorare il doppio per avere risultati simili al passato e fortunatamente riesco a impormi determinati orari…”.
Il bello di Barone è che definisce sé stesso come un player fuori dagli schemi, uno che cerca continuamente di reinventarsi e provare vie nuove.
“Nel bene o nel male, cerco sempre di reinventarmi e sono consapevole di avere un’immagine aggro ai tavoli. Spesso vengo preso in giro perché 4-bet/foldo troppo, cosa assolutamente nociva considerato il field nostrano. Ci tengo a sottolineare che provo a staccarmi da quella che è la ‘linea comune’ a tutti i regular. Nessuno ha voglia di provare e sperimentare cose nuove, molto meglio copiarle dai top reg con la speranza di comprenderne il senso. Per me invece, oggi, battere il punto it significa arrivare a capire e interpretare senza problemi queste linee standard. Frequentando forum stranieri, ad esempio, si leggono thinking process anni luce avanti a quelli del punto it”.
La TLB di PokerStars è un obiettivo che Barone si è posto a inizio 2016, ma si è accorto ben presto che quest’anno la corsa sarà sanguinosa e difficile, forse troppo.
“Cerco sempre di partire a bomba per provare a shottare qualcosa e valutare l’opzione TLB. Nonostante questo risultato, comunque, mi son reso conto che la lotta quest’anno sarà la più dura di sempre, perciò mi limiterò a dare il massimo nei mesi coi garantiti maggiori per poi rilassarmi e respirare d’estate, periodo in cui i prizepool sono abbastanza bassi. Sto in una zona molto bella per giocare live, ho Campione e Saint Vincent a un’ora e mezza, mentre per Sanremo mi ci vuole poco di più, quindi col caldo mi butto a volte a giocare dal vivo, invece col freddo preferisco stare in casa a cliccare”.