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Dario Sammartino tra GPL, High Roller EPT e partite cash da urlo: “Quello che succede a Manila… resta a Manila!”
Sky’s the limit. Il cielo è limite. O forse no.
La parabola pokeristica di Dario Sammartino ha raggiunto in questi anni vette inesplorate: da uomo simbolo del poker in Italia, il partenopeo è diventato a tutti gli effetti un giocatore di caratura internazionale, apprezzato e stimato dai più grandi interpreti di questo gioco.
La duttilità di “MadGenius87“, che da sempre alterna il suo impegno tra MTT e cash game, lo ha portato a conquistare traguardi riservati ad una ristrettissima Elite. Vero, stiamo ancora aspettando quell’alloro che lo consacri a livello assoluto, ma Dario ha ormai esorcizzato questo tarlo, e guarda al futuro con sempre più convinzione:
“Dentro di me so davvero che per quanto riguarda i tornei live merito più dei risultati che ho avuto. Ho fatto ottimi piazzamenti, però credo sinceramente che per quello che valgo ora avrei potuto vincere molto di più, ma la componente fortuna mi ha voltato le spalle un po’ troppe volte: basti citare il colpo perso con Urbanovich al Super High Roller di Montecarlo o l’ultimo 80-20 perso all’High Roller di Dublino. Con questo non voglio certo scaricare le cause sulla ‘run’, tanto meno piangermi addosso; mi reputo un ragazzo fortunatissimo, con una bella famiglia, tantissimi amici e il lavoro dei sogni. Ho tutto quello che si può desiderare dalla vita! Insomma, se qualche tempo fa potevo un po’ soffrire per questa cosa, ora non ho più il pallino del grande risultato. Sono convinto che nei prossimi 3 o 4 anni vinceremo tutto io e musta!”
Da Nova Gorica a Las Vegas, Da Vegas a Melbourne, da Melborune a Dublino, da Dublino, finalmente, a Napoli. In questi giorni Dario può godersi un po’ di meritato relax dopo un tour de force in giro il mondo, sballottato da Nord a Sud dell’equatore in compagnia dell’amico Kanit. E proprio con Musta, qualche tempo fa, Dario ha fatto tappa anche in quel di Manila (Filippine), prendendo parte a partite di cash game da capogiro contro Mr. Phil Ivey e diversi businessman asiatici:
“E’ la partita più alta del Pianeta. E’ stata un’esperienza incredibile, che probabilmente ripeterò in futuro. Non voglio scendere nei dettagli, posso solo dire che ho fatto due sessioni da cardiopalma: in una ho registrato il mio top profit, nell’altra il peggior downswing di sempre…”
Follie high stakes a parte, Sammartino sembra decisamente più a suo agio nel raccontarci quello che oggi sembra essere ormai a tutti gli effetti il suo campo di battaglia ideale in MTT:
“C’è un enorme differenza tra un Main EPT e un High Roller. L’EPT, ora come ora, ha un field piuttosto semplice, perché ci sono tanti giocatori occasionali, tanti reg scarsi e tanti reg online forti, che non riescono però ad esprimere tutto il loro potenziale nei tavoli da casinò. In un Main Event EPT puoi tranquillamente evitare di prenderti spot marginali perché riuscirai a sopravvivere e fare chips anche non rischiando tutto il tuo stack, specialmente pre flop, abbassando dunque la varianza ai minimi termini. Negli High Roller è tutto diverso: in primis l’approccio mentale, in secondo luogo le strategie. Ci sono dinamiche che cambiano continuamente, livelli di pensiero su livello di pensiero, una sfida nella sfida, metagame ogni singola mano. Prendersi spot marginali diventa dunque necessario altrimenti è davvero difficile incrementare lo stack. E’ fondamentale bilanciare alla perfezione il range di bluff con il range di value.”
A meno di 24 ore dal Draft GPL, Dario ci ha fornito un parere anche sulla grande manifestazione ideata da Alex Dreyfus:
“Credo che sia una grande idea e speriamo che riesca bene, perché sarebbe davvero una grande spinta per tutto il mondo del poker. Mi piacerebbe davvero tanto far parte dei Rome Emperors, al fianco di Musta, ma è chiaro che non sarà facile. Molto probabilmente la prima scelta di Max ricadrà proprio su di lui e bisognerà vedere se resterò ancora libero alla fine del secondo giro. Spero dunque di non venire pickato sino a quel momento, ma devo rivelarvi di aver scambiato quattro chiacchiere con alcuni manager e potrei dunque venire adocchiato da altre franchigie. Diciamo solo che i Sao Paolo Metropolitans sembrerebbero particolarmente interessati…”
In ultimo, Sammartino ci confida l’unica grande speranza di questo suo 2016, che baratterebbe all’istante con lo shippo più prestigioso che si possa centrare:
“EPT? WSOP? Macché! Quella parola non si può nemmeno pronunciare, diciamo solo che per ora siamo lì e potrebbe davvero essere l’anno giusto! Forza Pipita, Forza Napoli!”