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il 4 Giu 2016

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Ferrari Zumbini sull’intervista rilasciata a La Repubblica: “Che onore finire nell’edizione cartacea!”

Ferrari Zumbini sull’intervista rilasciata a La Repubblica: “Che onore finire nell’edizione cartacea!”

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Qualche giorno fa Flavio Ferrari Zumbini ha avuto l’onore di finire sulle pagine di La Repubblica, dove ha potuto parlare di poker cercando di far capire ai lettori – con l’aiuto delle domande dell’intervistatore – come nel nostro gioco siano fondamentali le skill, con la fortuna (l’alea) che ha un ruolo secondario.

Per farci raccontare meglio come sono andate le cose, abbiamo raggiunto Flavio nel lontano Tibet, dove sta trascorrendo un periodo di vacanza. Il poco segnale internet a disposizione, dunque, lo ha utilizzato per rispondere via Whatsapp alle domande che gli abbiamo posto.

“Mi ha contattato Repubblica – ha ammesso Flavioe mi ha fatto piacere finire nel cartaceo, nella sezione del quotidiano dove si parla di ‘Affari e Finanza’. La persona che mi ha intervistato era molto preparata sull’argomento e aperta di mente, spero dunque di aver detto qualcosa di interessante”.

A Ferrari Zumbini poi abbiamo chiesto a che punto sia – secondo lui – l’Italia, ovvero se il poker sia oggi davvero visto come uno skill game o meno.

“Da un punto di vista giuridico è stato fatto moltissimo, poiché il poker è stato disciplinato come uno skill game. Per quanto riguarda, invece, l’opinione pubblica direi che siamo a metà strada: negli scorsi anni è stato fatto tanto dagli operatori per farlo percepire come gioco di abilità, chi però non ha avuto modo di conoscerlo continua a vederlo come azzardo. Al giorno d’oggi c’è poca possibilità di investire nel gioco, di conseguenza, quindi, c’è poco interesse nel diffondere il texas hold’em come skill game…”.

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La chiave per far percepire nel modo corretto il poker sarebbe fare nuovi investimenti, però Ferrari Zumbini sa bene che ciò è adesso utopico.

“Legalizzare il live permetterebbe, ad esempio, a tante nuove persone di toccare con mano l’essenza del gioco. Vedo comunque l’orizzonte piuttosto cupo, non credo ci sia un movimento sotto che abbia la forza di ripresentare un certo tipo di messaggio”.

Flavio avrebbe dovuto raggiungere Las Vegas insieme a Blanco e Crisari, ma non sarà della partita perché gli è stato negato il visto dagli Stati Uniti.

“Spero che accanto alla rosa, pian piano, possano mettere i braccialetti. Farò il tifo per tutta la truppa italiana, mi auguro che qualcuno di loro possa vincere alle WSOP. Sarei andato a Vegas soprattutto per stare con Cristiano, Silvio, Max Pescatori e Fabio Coppola. Con lo spirito insomma sono lì (ride)“.

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