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il 26 Set 2016

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Dai Blog ‘in trincea’ alle dirette streaming in cabina, Andrea Borea: “La chiusura dell’IPT segna la fine di un’epoca”

Dai Blog ‘in trincea’ alle dirette streaming in cabina, Andrea Borea: “La chiusura dell’IPT segna la fine di un’epoca”

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Dopo esserci fatti raccontare alcuni degli aneddoti più interessati vissuti al tavolo dai più rappresentativi protagonisti del circuito, quest’oggi siamo andati a stuzzicare colui che quegli IPT li ha vissuti, perlopiù, con cuffie e microfono: stiamo ovviamente parlando della ‘voce narrante’ dei grandi eventi griffati PokerStars, Andrea ‘TopKapias’ Borea.

Il 43enne cagliaritano è davvero uno dei pochi ad aver assistito e contribuito all’evoluzione del Texas Hold’em in Italia:

“La maggior parte delle persone che incontro tra gli addetti ai lavori, considerano un upgrade quello che faccio adesso, ma reputo la trincea, quella in mezzo ai giocatori, quel respiro e quelle emozioni che ti danno un bel blog scritto bene, con le mani riportate alla perfezione, il lavoro più bello del mondo. Mi manca il lavoro sul campo. Oggi non esiste più quel modo di lavorare, nel senso che non esistono quasi più i blog, ma vi assicuro che nel periodo d’oro le soddisfazioni erano impagabili per chi ci metteva passione.  La chiusura dell’Italian Poker Tour conclude un’epoca che rimarrà per sempre dentro di me, non ho mancato mai un appuntamento, ho vissuto in pratica tutti i tornei, side compresi, di tutte le stagioni, ho commentato tutte le bolle al microfono in sala e tutti i tavoli finali in streaming, insieme a un centinaio di persone che parlavano con me, non sono strafelice che l’IPT chiuda tra pochi giorni, ma ci sono tanti canali web su cui reperire le immagini, passerò la mia terza età a rivederli!”

I primi ricordi dell’Italian Poker Tour sono indissolubilmente legati alle dirette in compagnia di Alberto ‘GrandeAlba’ Russo:

“Andare dritti per la propria strada non significa escludere il cammino fatto con le persone con cui hai iniziato. Alberto ha cominciato prima di tutti, era un momento storico del poker in cui servivano altre qualità rispetto a quelle che servono adesso (attenzione, non dico maggiori o minori, dico diverse) e non posso certamente dimenticare il lavoro svolto con lui che è sempre stato un gran professionista. In tutta onestà penso che questo non sia un lavoro che ‘puoi insegnare’ o che ‘puoi imparare’, o ce l’hai o non ce l’hai, Alberto, così come Antonio e pochi, davvero pochi altri, ce l’hanno.”

Reperto storico...

In questi ultimi anni, il binomio formato con il succitato Graziano è stato senza timore di smentita uno degli ingredienti più pregiati del prodotto streaming:

“Un giorno Antonio disse di noi che il nostro rapporto professionale è fatto di ‘intese silenziose‘. È un’affermazione che, lui non lo sa, ma mi sono sempre portato dietro per la sua genialità. È esattamente così, con o senza microfono non c’è nessuna necessità di parlare a lungo tra noi, basta un cenno o uno sguardo. Difficilissimo trovare una persona con la quale lavori con una sintonia di questo tipo. Prima della diretta si lavora ai dettagli, al programma, alla scaletta, il resto viene da sé.”

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Cos’è cambiato da allora? Quali sono le principali differenze tra il commentare un final table nel 2009 e uno nel 2016?

“Onestamente ho sempre pensato all’essenza del tavolo finale come una sorta di rito magico al quale, per tornei di un certo calibro, arrivano solo degli eletti, eletti che come tutti i loro colleghi, avevano in mente quell’obiettivo ma, rispetto a tutti gli altri, ce l’hanno fatta.In questa ottica ho sempre pensato che il protagonista delle dirette streaming dovesse essere l’arena in cui si svolge l’atto conclusivo e sotto questo aspetto è cambiato poco rispetto a 8 anni fa. Sono cambiate radicalmente decine di altre cose che hanno migliorato il servizio offerto a chi ci ascolta: le grafiche, la comunicazione con la regia, tutti i dettagli curati dagli operatori ai tavoli (dealer e floorman) e soprattutto il modo di porsi verbalmente verso il pubblico, ecco queste sono state vere e proprie rivoluzioni. Oggi servono novità e alternanza. Per novità intendo tutte quelle innovazioni che inseriamo ad ogni tappa, siano esse di carattere strutturale (mi riaggancio al discorso delle grafiche, per esempio), o quelle che riguardano il mero commento (nuovi “jingle”, nuove scalette studiate da chi vi parla, rimodulazione dei compiti che io e Antonio decidiamo di suddividerci). L’alternanza è invece il vero architrave su cui fa perno una diretta di successo: essa sarebbe un fallimento se si poggiasse su 8 ore di cantilena tecnica composta da terminologie che solo noi appassionati conosciamo, o su una totalità di ca**ate sparate sempre e solo per fare ridere. Sarebbe stucchevole in entrambi i casi.” 

L’avvento di Twitch, argomento sul quale si è espresso anche il fidato collega di cabina, sta stravolgendo alcune dinamiche in termini di comunicazione pokeristica, ma in Italia, secondo Borea, serve ancora tempo affinché si possa radicare così come avvenuto in Paesi come Francia o Stati Uniti:

“Al di fuori dell’Italia in un certo modo lo ha già fatto, gli esempi di “Elky” prima e di Jaime Staples o Jason Somerville poi, sono calzanti. Da noi la strada è ancora lunghissima e tortuosa; sono orientato a credere che il pubblico sia meno preparato ad invadere un canale che si pone l’obiettivo di diventare la televisione del futuro. Sotto questo punto di vista Francia e USA sono molto più avanti di noi, forse perché negli ultimi 20 anni sono stati abituati al mero cambiamento sociale; noi siamo un popolo storicamente “tradizionalista”, ci spaventa il cambio di rotta.”

graziano

In ultimo, tornando all’IPT, ‘Top’ ci ha raccontato un paio di aneddoti che ricorda con piacere:

“A livello di dirette, probabilmente, niente fu più divertente del primissimo IPT commentato con Alberto; data la poca esperienza cominciammo a 17 left per chiudere col vincitore [Stefano Puccilli, ndr.], intorno alle 8 del mattino. Quella notte ci furono i risultati di una elezione politica e con ‘Grandealba’ ci inventammo una sorta di parallelo tra exit poll e poker, la finimmo a ridere a lacrime. Un altro simpatico aneddoto è legato alla terza stagione: Nova Gorica, marzo 2012. Era la notte del mio compleanno e lo staff, a lavoro finito, mi fece una piccola festa a sorpresa, tirammo fuori delle bottiglie e, una volta stappata una di queste, il tappo andò a finire nei pressi di Carla Solinas che lo raccolse e lo portò con sé il giorno dopo. Chiuse l’IPT al secondo posto – miglior risultato di sempre di una quota rosa nel circuito – e credo che abbia ancora quel tappo…”

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