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il 16 Mar 2017

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L’anomalia italiana dell’azzardo legale diffuso: Dario De Toffoli spiega la differenza tra ludopatia e azzardopatia

L’anomalia italiana dell’azzardo legale diffuso: Dario De Toffoli spiega la differenza tra ludopatia e azzardopatia

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Il paese dei paradossi.

L’Italia, specie per quanto concerne la regolamentazione del gioco d’azzardo, sembra far di tutto per accaparrarsi questo titolo. Se da un lato lo Stato cerca, almeno in superficie, di combattere il fenomeno sociale del gioco patologico, dall’altro fa una gran confusione nel discernere azzardo da abilità.

A portare avanti questa tesi con fermezza è Dario De Toffoli, esperto in giochi nonché collaboratore de ‘IlFattoQuotidiano’ da diversi anni, che il prossimo 2 aprile a Modena interverrà pubblicamente sul tema dell’azzardo nell’incontro “Nati per giocare“.

Questo pomeriggio abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con lui nel tentativo di mettere a fuoco la situazione italiana con le sue anomalie a cominciare dalla distinzione tra ‘ludopatia‘ e ‘azzardopatia‘, uno dei suoi cavalli di battaglia:

Il problema non è il gioco in sé ma l’azzardo. I media, a torto, tendono a bollare come ludopatia il gioco d’azzardo psicologico, che concerne qualcosa di completamente diverso. Il termine ludopatia può esssre usato riferendoci a qualsiasi gioco al di fuori dell’azzardo, si tratta di compulsioni ma in questo caso il giocatore non va in astinenza. Quando subentra il gioco d’azzardo patologico il discorso cambia, perché si tratta di un’autentica dipendenza. E qui parliamo soprattuto delle slot, progettate appositamente per creare dipendenza come si dice chiaramente in ‘Addicted by design’, lo studio piu interessante a livello mondiale in merito a questo fenomeno.

Dopo anni e anni di battaglie, tra cui una vera e propria petizione, il termine ‘azzardopatia’ si sta diffondendo a macchia d’olio tra gli esperti del settore:

Sottolineare questa differenza consente di non screditare tutto il gioco e io cerco sempre di specificare che, ad esempio, il poker non ha niente a che fare con l’azzardo. Si può giocare del denaro e perderlo, lo si può fare compulsivamente, ma non mi sono noti casi di vera e propria dipendenza dal poker. La frustazione nel capire che stai giocando peggio di altri subentra prima dell’alienazione derivata della dipendenza. Del resto psicologi e psichiatri che curano le dipendenze da gioco sono concordi sul fatto che non vi siano pokeristi in cura. Per me è importante mantenere distinte le due cose perché sebbene in apparenza possa sembrare così, non è corretto fa rientrare il poker nei giochi d’azzardo.

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Ma cosa si intende quando si parla di ‘anomalia italiana‘ e soprattutto quali sono i numeri coi quali dobbiamo avere a che fare?

L’Italia è un caso unico al mondo: siamo i leader mondiali delle gambling machine. Si parla per la precisione di 96.000 punti gioco per un totale di 400.000 macchinette fuori dai casino, che hanno un rendimento medio del 70% mentre le slot dei casinò hanno un rendimento che si attesta sul 94/95 %, Quel che non si capisce quindi è come sia possibile che uno vada a ‘giocare’ al 70%, ammesso che si possa chiamare ancora gioco dato che non esiste alcuna abilità e i ritmi sono dettati dalla macchinetta. Follia nella follia, nel 2003 hanno liberalizzato le slot definendole, nel testo del regolamento di pubblica sicurezza, giochi di abilità, con l’unico vincolo di non poter riprodurre il gioco del poker. Conseguenza? Spariscono i videopoker, quelli che paradossalmente davano un minimo di scelta al giocatore e arrivano le macchinette che tutti noi conosciamo. Insomma, nel testo unico sono state sdoganate con questo magheggio e hanno letteralmente impestato l’Italia. Siamo in coda al mondo coi casino e in cima con queste macchinette che tra l’altro portano alla rovina dei ceti sociali medio-bassi. I casinò infatti risultano meno pericolosi socialmente in quanto esiste una una soglia da superare: è difficile che il ceto medio-basso si rovini al casinò mentre è molto più facile che questo accada nelle 96.000sale da slot.

 

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Consigliamo, prima di giocare, di consultare le probabilità di vincita dei singoli giochi presenti sui siti dei concessionari