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Quanto conviene grindare Sit&Go oggi? Il parere di Matteo ’84KAKA84′ Vignoli
Non si parla tanto dei Sit&Go, eppure sono ancora in tanti a grindarli.
Parola di Matteo ’84Kaka84′ Vignoli, con cui la scorsa settimana abbiamo fatto una panoramica della situazione italiana degli anni d’oro e quella che potrebbe verificarsi con l’arrivo della liquidità condivisa.
Quest’oggi abbiamo approfondito la questione soffermandoci sul presente: esistono ancora i grinder Sit&Go?
Ma sopratutto, quanto conviene, sia in termini di profit che di energie spese, scegliere questa disciplina pokeristica piuttosto che cash, Spin o Mtt?
“I grinder Sit&Go non sembra ma ci sono: io ne ho almeno 130 segnati di cui una cinquantina costantemente attivi. L’action si concentra quasi esclusivamente ai limiti bassi quindi la vera differenza consiste nel R.O.I. che si riesce a tenere, dato che di rake-back non si riesce a fare più di tanto. Dopo esser stato ai vertici dal 2009 al 2013, nel 2014 e 2015 mi son trasferito a Malta per grindare sul ‘dot com’ a causa del taglio della back e il progressivo calo di traffico, che non consentiva più di fare Supernova Elite. Il guadagno orario è passato dai circa 60-70€/h degli anni d’oro ai 30-40€/h dell’esperienza all’estero, dove comunque se non si faceva Elite aveva poco senso grindare visto che con un field più duro il R.O.I. raggiungeva il 2/3%, fino ai 25€/h di adesso sul ‘punto it’. Con un field decisamente più morbido rispetto al ‘dot com’ si possono tenere R.O.I. decisamente più alti, non a caso il mio expected sull’it è tra il 16 e il 20%, mentre i reg medi si attestano sul 10/12% che è comunque alto. Per quanto concerne l’impegno in termini di studio, i Sit&Go sono una disciplina meno complessa del cash-game, quindi lo sforzo richiesto è inferiore e si può arrivare a grindare anche 20 tavoli per volta, compensando quindi con la massa.”
In quali fasi il field ‘punto it’ mostra le lacune principali rendendo quindi conveniente grindare i Sit&Go per un regular?
“Allora, premesso che rispetto al passato quelli che regalano sono diminuiti drasticamente, i livelli dove si tiene un BB/100 molto elevato rimangono i primi tre (T20/T30/T50) nei quali riesco a tenere tranquillamente circa 20 big blind ogni 100 mani. L’errore concettuale grosso che fanno gli amatori è non capire come il reg sta giocando e non fermarsi mai durante la mano. O meglio l’occasionale o si ferma subito o va fino in fondo e perde l’intero stack. Tuttavia la chip/ev è un dato che va analizzato più a fondo vedendo “dove” si perdono le chip. I livelli chiave sono appena prima della zona bolla e in zona bolla (T400/T600/T800) e sono quelli che ti permettono, se vinci un colpo, di prendere la leadership del tavolo. Se le chip invece vengono perse 3 left (T1200/T1600/T2000) o in heads-up incidono meno sull’expected.”
Insomma, basta una buona disciplina e un’adeguata conoscenza dell’ICM per avere successo?
“Nient’affatto, I sit non sono un gioco così meccanico come sembra da fuori. C’e’ una grossa componente di skill come nel cash anche se c’è meno studio dietro, diventando quindi più accessibile per uno che vuole iniziare. Le skill si vedono dalla diversità dei R.O.I. che hanno i vari reg, perché se non ci fossero skill tutti più o meno sarebbero sulla stessa linea.“