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Faraz Jaka, da San Francisco a Sanremo per il Millions: “Aspettavo solo una scusa per viaggiare…”
Poker player, imprenditore, amante dell’avventura.
Faraz Jaka, 32 anni quest’anno, è un giocatore atipico. Non tanto per il suo stile al tavolo o per la calma che riesce sempre a mantenere in qualsiasi circostanza, specialmente sotto pressione, piuttosto per il modo che ha di prendere la vita.
La fortuna si sa, aiuta gli audaci e Faraz non è uno che si tira indietro, come ci ha raccontato nel corso dell’ultimo break di questo Day2 del PartyPoker Millions qui a Sanremo:
“Il poker è stato il seme della mia carriera e di conseguenza del mio stile di vita. Sono un imprenditore e questa è sempre stata la mia passione sin dal college, ma è entrato nella mia vita in modo casuale. Siccome sono stato bravo e fortunato a metter da parte dei soldi quando ero più ragazzino, questo mi ha permesso di avere un bankroll per fare degli investimenti, stabilire contatti con altre persone e non ultimo, il poker è stata la miglior scusa per viaggiare. Adoro giocare e penso di essere bravo in quello che faccio.”
Uno stile in netta contrapposizione con quello di tanti altri top pro che ostentano una vita di sfarzi sui social…
“Penso che le persone che si comportano così abbiano uno stile di vita sbilanciato, perché quando non sei sicuro di te stesso nella vita sociale, nelle tue relazioni, nella tua famiglia, ma sei bravo a poker quel che succede è che tutta la tua autostima si riversa nel tavolo. Quando però si tratta di vivere la vita reale nasce il bisogno di ostentare il più possibile per ricavare la propria sicurezza dall’apprezzamento delle altre persone, senza mai lavorare su se stessi per migliorare come individui. Quelli che fanno così non sono persone cattive, la ragione di fondo è semplicemente l’insicurezza. Ci anche sono diversi giocatori che in dieci anni di carriera hanno cercato di migliorare, si sono presi del tempo per studiare, per curare i propri interessi, insomma per fare un po’ di esperienze. Il segreto è sempre trovare il giusto equilibrio nelle cose.”
Come vi avevamo mostrato qualche tempo fa, tra i suoi tanti viaggi c’è una bellissima esperienza in Thailandia dove ha raccontato di aver meditato fino a 15 ore consecutivamente, ma qui a Sanremo…
“Avrei dovuto farlo, ma non c’è stato modo! Ho prenotato il mio volo da San Francisco proprio all’ultimo minuto, sono atterrato appena due ore prima dello start e non ho proprio dormito, ho giusto avuto il tempo di fare un pisolino di 20 minuti”
Ma perché proprio Sanremo?
“Perché sono pazzo. Anton (Wigg ndr.) mi ha detto: ‘Sai che puoi giocare il Day2 a Sanremo?’ Ero un po’ combattuto all’inizio, ma poi mi ha convinto dicendomi ‘Dopo il torneo possiamo stare qualche giorno da me a Stoccolma e poi andare direttamente a Nottingham’. Io non aspettavo altro che una scusa per viaggiare quindi ho colto la palla al balzo! Sono in un bellissimo posto, con del cibo buonissimo e della gente solare…non potrei chiedere di meglio!”