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“Sentivo che avrei vinto, per questo non volevo fare deal”: Raffaele Sorrentino sul trionfo al Championship!
Non veniteci a dire che nel poker i soldi sono l’unica cosa che conta, perché stavolta non ce la beviamo.
Il denaro riveste scuramente una parte essenziale, ma la passione che tutti noi abbiamo per questo bellissimo gioco va ben oltre. Perché il prestigio, la soddisfazione per aver raggiunto un traguardo e l’esser stati noi i migliori in quel preciso momento non può avere un prezzo.
Lo abbiamo percepito negli occhi di Salvatore Bonavena e Antonio Buonanno, quando hanno portato l’Italia del poker sul tetto d’Europa, e ne abbiamo avuto conferma qualche giorno fa con Raffaele Sorrentino, vincitore del PokerStars Championship Main Event in quel di Montecarlo.
Dopo aver smaltito la sbornia per la vittoria, abbiamo finalmente avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lui per farci raccontare in prima persona le emozioni di questo successo che è già storia. Ecco cosa ci ha raccontato il nostro ‘Raffibiza‘:
Cominciamo con qualche considerazione di rito: sei il terzo italiano a vincere un Ept e il primo in assoluto a farlo da quando il format ha preso il nome di Championship. Al di là dei soldi, cosa significa per te centrare un successo cosi importante?
“È sempre stato il mio sogno vincere un EPT, sin da quando ho iniziato a giocare a poker e finalmente, dopo tanto duro lavoro ci sono riuscito! Sono super contento, credo sia stato il giorno più bello della mia vita, un sogno che diventa realtà!”
Da casa ci ha fatto piacere vedere quanto ci tenessi al trofeo: molti pokeristi mettono la gloria in secondo piano rispetto al denaro, ma tu ci hai dimostrato che non sempre è così…
“Per me il trofeo aveva la stessa importanza del denaro, alla fine i soldi vanno e vengono, a volte ne hai di più a volte meno, ma il trofeo rappresenta la gloria: era troppo importante vincere, anche perché quando arrivi secondo nessuno si ricorda di te. A parte che chi gioca a poker, come me, sa benissimo che arrivare secondi non è una vittoria ma bensì una sconfitta: anche se si tratta solo dell’ultimo avversario da battere nella testa è così! Il trofeo lo volevo con tutto il cuore e niente e nessuno poteva levarmelo. Sapevo benissimo che avrei vinto, per quello non volevo nemmeno fare deal, ma tutto sommato va bene così!”
Dove hai trovato gli stimoli per arrivare fino in fondo con quella determinazione che ti abbiamo visto sfoderare mano dopo mano?
“La motivazione per vincere ce l’avevo già, poi quasi per caso una mattina ho letto un articolo in cui c’era scritto che la vittoria mi avrebbe spedito nell’olimpo del poker mondiale. Ho pensato a quella frase tutto il giorno e si è trasformata in una ragione in più per vincere: perché forse non avevo ben realizzato l’importanza del torneo che stavo giocando! Se questa vittoria cambierà qualcosa nei miei piani futuri? Assolutamente no, continuerò nello stesso modo, cercando sempre di migliorare il mio gioco.”
Ci sono stati dei momenti nel torneo in cui hai avuto più difficoltà del previsto?
“Ho avuto diversi tavoli piuttosto duri, ma il più tosto in assoluto è stato al Day2, con Faraz Jaka, Ole Schemion, Dan Smith, altri due reg forti e aggressivi provenienti dall’online e Rocco, – Palumbo ndr. – tutti deep e pericolosi…Ma ci siamo difesi bene! Mi ha impressionato molto il gioco di Dan Smith, con cui siamo diventati amici e siamo anche andati a cena assieme. In tutto il torneo non ho mai giocato un all-in preflop, non sono mai stato short ma costantemente deep e di conseguenza non ho ma rischiato seriamente di uscire.”
Nello spot prima dell’heads-up finale, sul push del tuo avversario hai praticamente ‘snappato’: cosa ti ha spinto ad esser così sicuro della tua scelta nonostante potesse esserci qualche Sette nel suo range che gli avrebbe permesso di chiudere scala?
“Per me oppo in quella mano aveva esattamente quello che ha girato, anzi credevo A-8 o roba così. Con scala penso che piuttosto avrebbe checkato per farmi speware, ad ogni modo la mia intuizione ha pagato e tutto è andato per il meglio!”
Photo credits: Neil Stoddart, PokerStars
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