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il 12 Mag 2017

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Nicolò Molinelli racconta la sua vittoria al Championship di Montecarlo: “Una Picca è sempre una Picca!”

Nicolò Molinelli racconta la sua vittoria al Championship di Montecarlo: “Una Picca è sempre una Picca!”

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Cosa c’è di meglio che organizzarsi all’ultimo per fare una capatina al PokerStars Championship di Montecarlo e tornare a casa con una Picca?

Nicolò Molinelli c’è riuscito senza troppi problemi lo scorso 5 maggio, chiudendo davanti a tutti al side event turbo da 330€, un torneo che ha potuto contare su un field di 158 entries per una prima moneta da 9.900€.

Un volto ancora poco noto nella scena che conta sebbene non si tratti certo dell’ultimo arrivato, come ci ha raccontato lo stesso Nicolò questo pomeriggio:

Pokeristicamente sono cresciuto con Dennis e Ale – Sneijder e Giordano ndr. – con cui poi abbiamo condiviso una grindhouse. A differenza loro però negli ultimi anni ho mollato mentre loro hanno vinto i massimi, infatti mi hanno detto sempre che fossi io a portare sfiga… – scherza Nicolò – Gioco a poker da diversi anni col mio nick storico, a differenza delle sporcizie che si vedono in giro messe in atto da alcuni player che non si fanno scrupoli ad aprirne a decine.

Il successo a Montecarlo rappresenta il primo “shippo” di un certo rilievo nella sua carriera live:picca-nicolo-molinelli

Oltre a qualche torneo a Campione o al circolo non ho mai vinto chissà cosa dal vivo. La trasferta a Montecarlo è stata frutto del caso, ho deciso di andar là soltanto l’ultimo giorno e mi sono iscritto al turbo da 330€ in partenza, un torneo dal field piuttosto abbordabile.Verso la fine del torneo ci siamo trovati al tavolo io, Andrea Crobu e Leonardo Parmiggiani, ma mentre Leo ha bustato a due tavoli left io e “Anti” siamo arrivati al final table rispettivamente con 1,8 e 1,5 milioni, col terzo che aveva la metà delle fish di Andrea. Complici alcuni colpi sfortunati eravamo entrambi short stack, al che ci siam guardati in faccia e abbiamo detto: ‘Ma davvero vogliamo lasciar vincere la Picca agli altri?’ Andrea poi non è riuscito ad andare oltre la sesta posizione, mentre io fortunatamente sono riuscito a vincere le gire importanti.

Una Picca è sempre una Picca, seppur vinta in un torneo di poco rilievo, come ci conferma il nostro protagonista:

La soddisfazione per averla vinta è grande, non importa se si tratti di un torneo piccolo o grande. Adesso sto valutando con mio padre di congelare gli studi e dedicarmi interamente al poker con l’obiettivo di metter qualcosa da parte e aprirmi una gelateria, anche se i dubbi sul farlo in Italia sono ancora tanti dato che i soldi stanno finendo e buona parte dei pochi che sono rimasti vengono spartiti tra chi fa multi-accounting. Il Texas Hold’em è per natura un gioco ad informazioni incomplete e trovarsi davanti giocatori sconosciuti che sanno tutto su di te nei tornei ad A.B.I. alto non è solo uno svantaggio, ma una vera e propria truffa ai danni di chi gioca onestamente. Credo che con lo studio ci sia ancora margine per fare dei soldi ma onestamente confido molto nell’imminente liquidità condivisa, sia per una questione di prizepool sia perché un field più grande renderebbe meno accentuato il problema del multi-accounting.

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Photo credits: PokerStars

 

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