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Stefania ‘vagabonda69’ Gander vince il 4-max Micro Series: “Ho festeggiato come sempre: screenshot e brag su FB!”
Stanotte ha messo tutti in riga al 4-max Micro Series e dopo un deal in HU ha messo in tasca la moneta più consistente del torneo di 1.216,75€.
Stefania ‘vagabonda69’ Gander, imprenditrice 48enne di Bolzano, ha esultato così sul suo profilo Facebook:
Stefania racconta così la sua storia pokeristica che dà una ulteriore conferma di come il poker – anche online – sia davvero un gioco per tutte le età:
“Gioco sin da quando avevo 16 anni, periodo in cui con le compagne e i compagni di liceo passavamo lunghi sabati sera a giocare a poker all’italiana. Il Texas Holdem l’ho scoperto molto dopo, e con un po’ più di serietà gioco da due anni e mezzo”.
IPC: Di solito quanti giorni a settimana giochi?
SG: Dipende molto dagli impegni lavorativi e famigliari, non ho una schedule fissa, anche se cerco di ritagliarmi qualche sera in estate e qualche sabato o domenica mattina/pomeriggio in inverno, quando c’è meno voglia di uscire.
IPC: Qual è la tua specialità preferita? Da quanto tempo ti reputi una regular mtt?
SG: Preferisco senza dubbio i sei max NLHE, anche se non mi dispiace giocare qualche variante. Però faccio fatica a considerarmi una”vera reg”: resto un’appassionata che non multitabla spinto, senza una postazione fissa, addirittura senza mouse.
IPC: Hai preso coaching, e se sì da chi? Quanto credi ti abbiano aiutato le lezioni a migliorare il tuo gioco?
SG: Ho fatto coaching con Zumbini prima e con Luigi D’Alterio (Il-Giuglia) poi: ritengo sia essenziale per migliorare. In qualsiasi campo il confronto con chi ne sa di più è fondamentale per la crescita, ed il poker non fa eccezione.
IPC: Raccontaci come è andato il torneo vinto: quando hai capito che saresti potuto arrivare alla vittoria? Quali sono stati i colpi più importanti che hai vinto?
SG: Il torneo è stato divertente, nel senso che le dinamiche di un 4 max turbo portano il gioco ad essere estremamente aggressivo e loose. Ammetto di avere avuto tavoli abbastanza semplici nelle prime ore di gioco e, soprattutto, hanno tenuto i colpi quando dovevano tenere: una miracolosa Q river che mi ha permesso di splittare in bvb su board AAQxQ e oppo con AQ (io A9, se non ricordo male) e un cooler a favore (KK vs QQ) al Final Table contro l’amico ‘simopascu96’.
IPC: Hai trovato qualche avversario in particolare che ti ha messo in difficoltà? Il livello del tavolo finale come era?
SG: A due tavoli left ero seduta con ‘preferiti90’, che era senza dubbio l’avversario più difficile tra quelli rimasti. Al Final Table erano presenti appunto ‘Simopascu96’ e la seconda classificata, che secondo me ha espresso un ottimo poker a lungo.
IPC: Hai esultato dopo lo showdown decisivo? Hai festeggiato la vittoria in qualche modo, o la festeggerai? Come?
SG: Il mio modo di festeggiare una vittoria è sempre quello: fare screenshot e braggare sul gruppo “Sei pokerista se…”. Ormai è un rito irrinunciabile.
IPC: Quali altri eventi delle Micro Series giocherai? A tuo avviso quali sono le caratteristiche più belle delle Micro Series?
SG: Non ho uno schedule, guardo giorno per giorno, soprattutto in base alla voglia di giocare, che con il caldo non c’è sempre. Di sicuro, però, le Micro Series hanno il pregio di offrire tornei abbordabili, con montepremi dignitosi, veramente alla portata di tutti. E riportano un po’ tutti alla dimensione sportiva del poker.
IPC: Cosa pensi della liquidità condivisa in arrivo?
SG: Ne penso un gran bene, era ora! Se partiamo dal presupposto che giocare deve essere anche un divertimento, abbiamo solo da guadagnare. Probabilmente con un numero molto superiore di players dovremo faticare maggiormente per abbattere la varianza, ma per il resto abbiamo tutti solo da guadagnare.
IPC: Saluti, ringraziamenti, varie ed eventuali: aggiungi pure quello che vuoi!
SG: Un grazie di cuore a tutti quelli che sopportano i miei brag e spendono due minuti del loro tempo per un commento o un “like”: il gioco è fatto anche di queste piccole cose divertenti, facendo attenzione a non prendersi mai troppo sul serio.