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Che fine ha fatto Erion Islamay?
Se è vero che il mondo del poker è in continua trasformazione, con esso lo sono anche i suoi protagonisti.
Sembra passata un’eternità da quando il buon ‘Erionis’ era tra i nomi più gettonati nella scena cash game italiana, eppure non si tratta nemmeno di un paio d’anni. Il grinder triestino ha chiuso col botto la sua avventura live, vincendo il WPTN di Venezia nell’ottobre 2014, per poi dedicarsi esclusivamente all’online prima di staccare (quasi) completamente la spina.
Non che il poker sia uscito interamente dalla sua vita, ma sicuramente i suoi interessi al momento vertono su qualcos’altro.
Curiosi di sapere che fine ha fatto Erion Islamay dopo dieci anni di poker giocato? Ecco cosa ci ha raccontato questo pomeriggio nel corso di una piacevole chiacchierata:
“Per quanto riguarda il poker ho tirato i remi in barca circa un anno e mezzo fa. Il livello online era arrivato a un punto tale per cui la mole di studio necessaria per restare al top cominciava a diventare eccessiva. Inoltre, con la scomparsa della rake back e le nuove misure adottate dalle poker room, la vita del professionista online non era più semplice come una volta. Parallelamente mi stavo interessando alle crypto valute già a cominciare dal 2016, quando si parlava ancora della bolla dei Bitcoin, il cui prezzo nel 2014 era passato da 15$ a 1100$ per poi tornare a 200$. Quest’ anno ho approfondito l’argomento nel dettaglio: il cambio di paradigma nel mondo dal punto di vista economico e monetario è stato un incentivo a informarmi sulla situazione economica globale, con focus sugli avvenimenti della storia recente, dalla crisi immobiliare degli anni ’80 alla bolla del ‘dot com’ passando per la crisi del 2008 e via dicendo. Oltre a questo ho cominciato ad analizzare come funziona l’aspetto tecnologico del Bitcoin, che è la vera rivoluzione.”
Per quale motivo diversi pokeristi sembrano essere particolarmente sensibili al mondo delle crypto?
“I pokeristi sono affascinati dal fare trading con le crypto valute perché c’e’ la stessa componente di gestione del bankroll e controllo del mindset, due aspetti fondamentali per essere un trader di successo. Inoltre c’è un altro aspetto, la technical analysis, che è tanto importante da studiare quanto lo erano l’aspetto matematico e statistico nel poker. L’interesse per questo mercato è vivo soprattutto perché è molto giovane, quindi pieno di gente inesperta che commette tanti errori convincendosi di essere ‘trader’ esattamente come accadeva nel periodo del boom del poker, dove tutti raccontavano mani a destra e sinistra perché pensavano di essere professionisti. La realtà è che anche nel trading il 95% è perdente, mentre solo il 5% riesce a fare profitto. Lo scarto che passa tra quel piccolo 5% e il restante 95% risiede nel controllo del bankroll, nel mindset, nello studio (tanto) e nella continua e costante ricerca: tutti elementi coi quali un pokerista dovrebbe avere una certa familiarità.”
Anche nel mondo del trading, come nel poker, ci sono i coach?
“Assolutamente sì e infatti da qualche tempo, dopo essermi specializzato in technical analysis, faccio anche coaching. Seguo singolarmente pochi e selezionati clienti, a cui do il massimo. Il mio scopo è far risparmiare soldi al cliente facendogli evitare tutti quegli errori che un neofita commetterebbe all’inizio. Il target principale è costituito da giocatori di poker professionisti che hanno un bel bankroll a disposizione e sono interessati a capire meglio tutti gli strumenti necessari a interpretare i grafici. Io sono stato ‘coachato’ a mia volta da alcuni tra i migliori trader del ‘dot com’, gente che naviga in queste acque dal già 2013/2014 . Ripeto, è’ un mercato molto giovane. I primi strumenti per fare trading, le prime piattaforme, sono nate 4 anni fa…Il mercato è piccolo se paragonato al Forex o a quello azionario, ed essendo piccolo è fortemente emotivo. Le persone sono in preda alle emozioni, sia che si tratti di ‘panic sell’ o di comprare senza criterio. Queste oscillazioni possono essere portate a nostro vantaggio, a patto che si abbia una preparazione ottimale su come interpretare i grafici e il sentimento degli investitori o si sappia come studiare un nuovo asset, ovvero sapere cosa guardare e dove cercare quando nasce una nuova moneta. Per quanto mi riguarda non ho fatto altro che convertire le mie skill da poker player in qualcosa di nuovo, con l’aggiunta del fatto che da parte mia c’era un grande interesse per la materia, specialmente dal lato della tecnologia impiegata e più in generale in merito alla rivoluzione monetaria in atto.”
Si puo essere un buon trader continuando a giocare a poker?
“Ovviamente c’è grande differenza tra le due cose: nel poker si sta di fronte al tavolo a cliccare i bottoni o si sta seduti 8 ore live, nel trading si tratta di studiare un setup e guardare la trade per vedere com’è andata. Si può fare sia day trading, cioé tradare ogni singolo giorno e aprire o chiudere una posizione nell’arco di 1/2 giorni, o si può fare swing trading, dove si apre una posizione e la si chiude dopo settimane. Quest’ultima alternativa non richiede un gran dispendio di tempo, quindi si può conciliare benissimo col poker.”
Per fare trading si usano dei software simili agli HUD adoperati dai pokeristi?
“Esistono dei siti che tipermettono di fare tutta la technical analysis che vuoi e ci sono gli excange che ti permettono fare trading a livello quasi ottimale. Anche se non sono così evoluti come nel Forex, permettono comunque di automatizzare: si possono selezionare senza problemi stop loss, target, punti dove si vuole prendere profit e quant’altro senza stare attaccati alla trade 24 ore su 24. Esistono anche dei bot che agevolano l’automatizzazione, a cui si può dare l’imput di fare una certa cosa alla comparsa di un determinato pattern, ma al momento non si tratta di strumenti troppo efficaci proprio perhé il mondo delle crypto è ancora fortemente emotivo e il polso umano risulta essere di gran lunga più efficace.”
Ti manca il tavolo da gioco, online o live che sia?
“Per nulla. Il poker è stato un momento bellissimo della mia esistenza e se tornassi indietro farei esattamente quello che ho fatto. A volte però bisogna avere anche la forza di capire quando andare avanti. Non si tratta di un passo indietro, ma dell’esatto contrario. Il limite che vedo ora nel giocare a poker è che le conoscenze acquisite rimangono limitate a quel microcosmo: sapere a memoria i range di tribet da CO o BTN, giusto per fare un esempio, non serve se non all’interno dell’ecosistema poker. Studiare la blockchain e approfondire il lato economico e monetario del mondo è un bagaglio di informazioni che mi porterò dietro per tutta la mia esistenza. Sono argomenti che mi fanno crescere alimentano la mia voglia di migliorare come persona e come individuo, questa è la differenza. Ho giocato a poker per 10 anni, dopo un po’ serve qualcos’altro che ti stimoli ad andare avanti, sennò il tuo mezzo per la liberta diventa anche la tua gabbia!”
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