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Michele Di Lauro racconta la sua seconda Picca: “Hyper la mia specialità? Può darsi, non reggo più i tornei lunghi!”
Nella bolgia spagnola qui all’EPT di Barcellona, tra centinaia di azzurri iscritti, tante deep run e sogni infranti sul più bello, l’unico a portare a casa un trofeo fino ad ora è stato Michele Di Lauro.
Un po’ come accadde lo scorso inverno a Praga, dove vinse il side hyper da 1.100€ battendo in heads-up Alexander Denisov, player russo con oltre 2 milioni di dollari in live cash.
Stavolta Michele si è ripetuto, incassando un premio tre volte più grosso: circa 60mila euro dopo il deal e altri 6mila al termine dell’heads-up per un totale di 65.500€ tondi tondi.
Approfittando della pausa al Main Event da 5.300, dove i nostri alfieri sono ancora in corsa per staccare un pass per il Day3, abbiamo scambiato qualche parola con Di Lauro che ci ha raccontato la sua avventura pokeristica in terra catalana.
Michele, alla fine sei sempre te a portare a casa i trofei: siamo alla seconda Picca ora…
“Non sono mica l’unico a vincerle! – scherza Michele – Diciamo che il fatto di giocare sempre tornei con field ridotti fa sì che sia più facile arrivare.”
Turbo e hyper rappresentano la tua specialità o è solo un caso che ne abbia vinti due a distanza di poco tempo?
“Mah, penso di giocarmele bene, non so se sia vero…(ride) Non per essere result-oriented ma mi son reso conto che giocando dei tornei molto lunghi ci sono dei momenti in cui la concentrazione non è sempre al top. Quindi ora cerco di evitare tornei che magari prima giocavo senza problemi, è una cosa più mentale e fisica che una questione tecnica. Uno nella vita alcune cose non le decide: vede come si sente, trae le sue conclusioni e fa una scelta.”
E’ per questo che non ti abbiamo visto al Main?
“Sì, non avrei giocato bene quindi sarebbe stato inutile ‘sassare’ 5mila euro per qualcosa che non ritengo essere + EV.”
Parlaci del torneo: essendo un hyper avrai dovuto vincere qualche gira…
“Sono stato particolarmente fortunato agli showdown, anche se mi prendo il merito di aver fatto qualche scelta difficile che alla fine si è rivelata giusta.”
Ci vuoi fare un esempio?
“Eravamo 10/11 left e un signore short manda resti da UTG. Andrea, chipleader al tavolo assieme a me (Shehadeh ndr.) reshova per 20x e io mi trovo a dover scegliere se mettere o meno con A-Qo. Penso che in termini di chip non sia un call negativo ma per ICM la scelta più giusta sarebbe foldare, quindi sorrido e comincio a pensare. Un ragazzo accanto a me, che pensa stia facendo solo un po’ di scena, chiama il clock e alla fine passo. Alla pausa mi ha anche chiesto scusa ma sul momento non ha avuto rispetto e mi ha infastidito, avevo semplicemente bisogno del mio tempo anche se alla fine ho fatto al scelta migliore.”
Questa vittoria cambierà qualcosa?
“In termini di bankroll non cambia né troppo né troppo poco. Continuerò a giocare ciò che non mi crea stress continuando sulla mia strada. Se studio GTO? Mah, il gioco si evolve in continuazione e devi cercare di tenere il passo. Per i tornei che gioco io è fondamentale aver giocato una marea di Sit&Go, essere bravi a fare dei calcoli complessi in breve tempo e conoscere bene l’ICM…”