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Il racconto di Giuseppe Rosa sulla cavalcata che lo ha portato al quarto posto del Main EPT Open di Madrid
Non tutte le ciambelle riescono col buco, specialmente in un gioco terribile quale il Texas Hold’em.
Un gioco che, seppur vengano premiati il 15/20% dei partecipanti, fa davvero felice soltanto il vincitore.
Sembrerà un paradosso, dato che a fine anno quel che fa la differenza è l’EV accumulata e non il numero di trofei in bacheca, ma arrivare fino in fondo a un torneo importante e veder sfumare il primo posto per questione di centimetri è una sensazione particolarmente fastidiosa che un po’ tutti, dai semlici amatori ai professionisti più navigati, hanno provato almeno una volta nella vita.
Senza mezze misure
Questa mattina abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere col protagonista del bellissimo quarto posto centrato al Main EPT Open di Madrid, Giuseppe Rosa, che non si nasconde dietro troppi giri di parole per descrivere il suo approccio al final table:
“Ho giocato per fare primo. Nell’ultimo spot – che lo ha visto shovare da BB con A 6 per 22x effettivi, dopo l’open di Grzegorzek e il flat di Kosmis ndr. – mi son voluto prendere un rischio perchè il polacco stava giocando tutte le mani, e in quella dinamica pensavo di poter vincere il piatto uncontested. Ho messo pila diretta e per il flow della partita non mi sembrava un errore, anche se a carte viste con lui che aveva le Dame e l’altro coppia di Jack non potrei dire altrettanto…”
Felicità mozzata
La soddisfazione per aver deep-runnato un evento di questa portata è innegabile, ma in questi casi è sempre difficile esser completamente a posto con la propria coscienza:
“Felice a metà diciamo. Pensavo di poter far bene sin dall’inizio, partendo col terzo stack in gioco. Ho cominciato ad aggredire sin dalla prima mano, dove ho tribettato alla prima occasione da BTN con 10-8. Peccato per lo spot contro il tedesco, dove shova Q-5s da BTN a T100K per 1.2 milioni: io gioco con A-T da BB ma una Dama al flop lo fa raddoppiare.
A sei left lo stesso ha preso un Kappa al river dopo esser finito ai resti preflop A-K vs 10-10. Non perdeva un colpo, al final table ha vinto tre gire su tre. Non conoscevo i giocatori ma avevo visto un po’ come giocavano. Il portoghese era il piu bravo e secondo me ha giocato molto bene anche il vincitore: ha aggredito bene tutti i colpi. Quello che m’ha fatto impazzire? Il tedesco senza ombra di dubbio!”
Il racconto del torneo nei Day precedenti
“Al day1 ho chiuso a 85K a T1.600, ho fatto il mio gioco cercando di mettere pressione postflop. Dopo aver vagato per due tavoli passo prima a 150K e poi a 300K. In zona bolla al Day2 ho cominciato ad aprire tutti i colpi e mi sono portato a 450K con average attorno ai 200.
Una delle mani decisive è stata contro un cinese, subito dopo il redraw in bolla piena. Ci avevo giocato per tutto il giorno al side qualche giorno prima, dove tra l’altro ho fatto tavolo finale stringendo un deal a 4 con gli altri giocatori, e avevo notato che era particolarmente aggressivo.
Morale, prima mano al tavolo io e il cinese siamo pari stack a circa 400K con doppio average, lui apre da BTN, flatta SB e io squeezo da BB con 5-7 suited. Il cinese clicca, passa SB e io decido di 5-bet shovare. Lui tanka, tanka e alla fine mette con K-K: flop 4-6-7 e io mi trovo con pair e 4/5 di scala. Non ricordo se alla fine ho preso un altro 7 o una scala ma ha girato una delle mie e sono salito a 800K.
Da lì in poi non c’è stata più storia, con quello stack sono riuscito a gestirmi fino al tavolo finale: è stata l’unico showdown che mi sono giocato in tre giorni. Un bel tuffo eh, ma è andata bene!”
Spagna, terra di conquista
“Ho fatto il biglietto stamattina appena alzato, qualcuno rimane qualche giorno in più ma io voglio tornare a casa e farmi una ventina di giorni in relax. Andrò sicuramente a Barcellona per l’EPT, anche perché la Spagna mi porta davvero bene. Lo scorso anno feci due ITM su tre tornei giocati, oltre a vincere il ticket per il Main. Qui a Madrid due tavoli finali su due tornei…
Vincere questo Main sarebbe stato importante, c’è una bella differenza tra vincere 60K e vincere 200, ma l’importante è arrivare in fondo ed essere costanti, poi ben venga se arriva il colpaccio, ma bisogna sapersi accontentare. La verità? Volevo andare a Vegas ma ho cambiato idea e ho scelto di venire qui a Madrid!”