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il 3 Set 2019

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Senza liquidità condivisa il movimento potrebbe morire: Anche Mustapha Kanit firma la nostra petizione

Senza liquidità condivisa il movimento potrebbe morire: Anche Mustapha Kanit firma la nostra petizione

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C’era una volta la liquidità condivisa, o forse non c’è mai stata.

La situazione italiana è ancora in stallo circa il possibile ingresso nel mercato “dot es”, quello che da ai giocatori di Spagna, Francia e Portogallo l’opportunità di confrontarsi quotidianamente su piattaforme comuni.

Un’impasse, quella dell’Italia, che si frappone tra il talento e le ambizioni di chi ha sempre sognato di trasformare la passione per il poker in una professione redditizia. Ecco perché pensiamo sia giusto raccogliere più adesioni possibili per la nostra petizione

Dopo quelle di Rocco Palumbo, Gabriele Lepore, Giada Fang e tanti altri, arriva l’appoggio di una delle nostre punte di diamante: Mustapha Kanit. Abbiamo avuto il piacere di incrociare il campione ravennate in occasione dell’EPT di Barcellona e il suo parere non poteva che essere illuminante. (firma ora! Ricorda che devi confermare la e-mail per convalidare la tua firma).

D: La chiusura del mercato italiano quanto ha influito sulla tua decisione di trasferirti all’estero? 

R: Non gioco sul ‘punto it’ praticamente da quando ho 20 anni. Mi spiace constatare in che modo sia cambiata la situazione perché ho tanti amici che giocano e grindare MTT così, in un field senza liquidità, non ha troppo senso. Spero vivamente che il mercato si apra, è un discorso di base. Così come io farei fare dieci ore di inglese dalle elementari alle superiori… Dobbiamo pensare in maniera globale e connetterci con gli altri, l’unione fa la forza.

D: Hai vissuto l’intera storia o quasi del poker online italiano: quanto credi si sia abbassato il guadagno atteso per un grinder rispetto ai fasti del passato?

R: Dipende che grinder, se parliamo di MTT oggi non vedo alcun valore nel giocare sul ‘punto it’, almeno per quanto mi riguarda. Perché? Non sono motivato a giocare, i montepremi sono troppi piccoli, sono molto spalmati, la rake è alta… Se ad oggi dovessi consigliare a qualcuno di giocare a poker in Italia probabilmente gli direi di fare altro, semplicemente perché è molto difficile battere il sistema e pure andare all’estero è un grosso rischio: sono in pochi quelli che ci vanno e riescono a far bene, quindi è una situazione complicata.

Ma ci siam posti pure noi in una situazione complicata, chiaramente se qualcuno cinque anni fa m’avesse detto ‘Voglio iniziare a poker, voglio grindare MTT’ l’opzione sarebbe stata ancora valida. Cominciare un percorso nel poker, paradossalmente, è un po’ come andare a studiare all’università. Certo non è una laurea vera e propria, ma se tu dedichi tante ore a giocare e altrettante a studiare, dai sempre il 100% e sei molto resiliente, abituato a perdere, vincere, perdere, vincere senza farti intaccare caratterialmente o mentalmente, è difficile non riuscire. Tutto sta nel sapersi dare basi rigide e rispettarle meticolosamente.

Anche solo 5 anni fa, con un buon bankroll management e una buona dose di studio, non era difficile fare 30.000€ all’anno, il che diventava un’ottima opzione per il mercato italiano. Inoltre poteva darti la possibilità di guadagnare 100.000€ all’anno, andando all’estero ad esempio. Ora è una situazione molto diversa, fare il giocatore di poker professionista è una strada in salita, la situazione è molto aleatoria e al primo downswing serio è molto difficile rivincere i soldi. Uno scenario tragico rispetto a quanto accade altrove: penso quindi che la liquidità sia l’unica soluzione possibile nello short term, che coi dovuti accorgimenti può essere valida anche nel long term.

D: Secondo te la liquidità condivisa basterebbe a ridare vigore al mercato italiano del poker online o servirebbe anche altro? Quali sarebbero a tuo avviso gli effetti della condivisa sul poker online punto it?

R: Sicuramente la condivisa sarebbe un buono start, ma la condivisa senza promozioni, senza una affiliation del pubblico non penso porti troppi vantaggi. Mi spiego, vedo sicuramente un vantaggio nell’istantaneo, magari per i grinder che avevano smesso perché non lo trovavano più profittevole. Così come potrebbe tornare qualche amatoriale che la domenica, potendo vincere 50.000€, magari decide di investire cento euro. Cambia tutto.

Nel breve periodo è indubbiamente la scelta migliore, se poi viene assistita da un supporto mediatico potrebbe essere valida anche nel long term. Di sicuro è l’unica soluzione disponibile perché nella situazione in cui siamo ora il long-term semplicemente non esiste. Sta diventando tutto un po’ come il gioco in un circolo, nel senso che si gioca sempre con le stesse persone, anche se online e su una piattaforma. Insomma dobbiamo fare qualcosa e a breve, perché se aspettiamo troppo il movimento potrebbe pure morire.

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D: Se l’Italia dovesse entrare nella condivisa prenderesti in considerazione un tuo ritorno a casa? A tuo avviso il field condiviso italo-franco-spagnolo-portoghese come sarebbe, e in cosa soprattutto sarebbe diverso dal field italiano attuale?

R: Sul tornare o meno a casa, a me sarebbe sempre piaciuto vivere in Italia. Sono dovuto andar via perché non potevo competere ai livelli a cui volevo e comunque mi eccitava l’esperienza sul dot com. Ero anche molto giovane e da quel momento lì non sono più tornato in Italia, perché l’Italia non ti permette di fare il mio lavoro a livello fiscale. Non vedevo il mio sviluppo come persona in Italia per dei limiti burocratici o qualsiasi altro limite ci sia.

Tornerei se ci fosse una situazione chiara, definita e che possa consentirmi di fare il mio lavoro. A me piace essere molto ‘safe’ nelle cose che faccio: vivere in Inghilterra, dove c’è un regime chiaro per il poker, è sicuramente la scelta migliore. Non voglio includere alcun tipo di gambling nel mio rischio d’impresa, perché sono un’impresa, quindi vivere in uno stato in cui il regime fiscale è torbido, per il lavoro che faccio, non può essere un’opzione.

Poi è chiaro, sono legatissimo all’Italia. E’ il paese più bello del mondo e quello nel quale più viaggio e più mi stupisco della sua bellezza, sia a livello culturale sia culinario sia in tantissime altre cose. Purtroppo, però, ci sono dei limiti più grandi di me che mi impediscono di tornare in pianta stabile.

Per quanto concerne il field sarà sicuramente differente, come è già differente in Spagna. Qui ora c’è un boom, e dire che Italia e Spagna erano simili come mercato… Anzi, la Spagna paradossalmente aveva meno liquidità dell’Italia! Ora invece è boom: è chiaro che le persone vogliano giocare a poker di nuovo, i mercati online stanno funzionando molto bene.

Winamax al momento è molto contenta per il mercato spagnolo, va da sé che è proprio con la liquidità condivisa che il mercato è esploso, così come c’è stata un’impennata in Francia. Il paradosso più grande è che siamo stati noi a firmare la condivisa per primi per poi rimangiarci tutto non mettendo in atto i deal che avevamo proposto. Ci sono sempre degli intoppi a livello burocratico/politico ed è per questo che l’Italia, come dicevo prima, è un paese ‘unsure’ (non sicuro, ndr). Visto dall’estero è un paese davvero così soprattutto a livello politico.

D: Quali sarebbero i principali effetti della condivisa per i grinder e gli occasionali italiani?

R: Per gli occasionali sicuramente field più grandi e la possibilità di vincere di più. Comunque l’occasionale di solito cerca lo shot e per come è il mercato italiano è molto difficile che un occasionale vinca dei soldi, così come è dura anche che un pro vinca dei soldi. Quindi è una situazione che va cambiata.

Possiamo dire quel che vogliamo ma l’occasionale va tutelato e allo stato attuale delle cose non viene tutelato. Il discorso è molto semplice, se io sono occasionale e magari deposito 50 euro, con questi 50 euro voglio avere la possibilità di vincere dei soldi e la mia unica possibilità è lo shot. E sul punto it non ho shot: quindi non sto tutelando l’occasionale.

D: A tuo avviso per quali motivi un giocatore italiano dovrebbe firmare la petizione in favore della liquidità condivisa?

R: Dovrebbe firmare per un cambiamento, per darsi una possibilità di lavoro. E’ chiaro ci sono tre modi di vedere il poker: o sono il migliore nel mio acquario e faccio soldi, o cerco di essere il migliore nell’oceano e faccio soldi, o cerco di campare nell’oceano e faccio soldi. L’unica opzione che hai in Italia è essere il pesce più grande nel tuo acquario ed è una situazione molto difficile perché vai a giocare sempre con persone che conosci, con dinamiche strane e non è una situazione salutare. Aprendo alla liquidità ci sarebbe molto più volume, sarebbe molto più difficile incontrare persone che conosci, oltre a prizepool più alti e possibilità di shot, tutte cose che fanno bene all’occasionale e che di conseguenza fanno bene a chiunque. Perché nel momento in cui l’occasionale è tutelato e può giocare di più perché si diverte, o per qualsiasi altra ragione, dà molto più spazio ai pro di vivere.

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