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il 8 Nov 2019

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Il male del poker italiano secondo Dario Sammartino

Il male del poker italiano secondo Dario Sammartino

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Lo avevamo intuito già la scorsa volta quando gli abbiamo chiesto di spiegarci il suo thought process nella mano giocata al Main Event WSOPE contro Martin Kabrhel.

Dario Sammartino ci ha fornito uno interessantissimo punto di vista, cosa abbastanza rara in quanto difficilmente il campione napoletano si prodiga per “erudire le masse” su quelli che sono i suoi ragionamenti in game, lasciando però trapelare qualcos’altro.

Come volesse levarsi qualche sassolino dalla scarpa…

Ovviamente non si parla nello specifico dello spot sopra menzionato quanto piuttosto di un atteggiamento molto diffuso tra i giocatori di poker nostrani: criticare avendo poca cognizione di causa.

 

Haters? Un’occasione persa per imparare

Per Dario, che ha avuto la fortuna di confrontarsi sia col field italiano che con quello internazionale nella sua carriera pluridecennale, una dei motivi di impasse del poker azzurro rispetto a quanto accade all’estero risiede nella poca predisposizione a mettere in discussione le proprie convinzioni.

Giudicare scelte e comportamenti altrui non solo porta a situazioni spiacevoli ma risulta essere un vero e proprio limite per la crescita individuale, come persona in primis e conseguentemente come giocatore:

A nessuno dovrebbe importare il giudizio degli altri. E’ fondamentale saper ascoltare le opinioni altrui, ma i giudizi… E vi è una grande differenza tra esprimere un parere e giudicare qualcun’altro.” 

Perché nessuno è in grado di giudicare nessun altro. Il miglior uomo al mondo non è in grado di giudicare il peggiore semplicemente perché non sa cosa ha questi ha passato, cosa ha pensato, chi gli ha dato un certo tipo di stimoli.

In Italia e soprattutto nel nostro settore, i giudizi gratuiti sono diventati una vera e propria malattia.  Chi si limita soltanto a giudicare non riuscirà mai a cogliere la vera essenza delle cose, sia per quanto riguarda la vita che per quanto concerne il poker.

Quando qualcuno giudica si preclude la possibilità di evolversi e capire perché quella determinata mano è andata in quel modo. Prendo ad esempio lo spot con Q-8 che ho spiegato qualche giorno fa; ho visto che alcuni hanno detto “Eh, che culo rotto, guarda quanto è fortunato pure quando gioca con Q-8.”

Ho spiegato bene il motivo per cui ho scelto di giocare quella mano in quel modo e non starò qui a ripetermi, ma stando ai commenti comparsi sui forum ho notato che in tanti hanno colto al volo l’occasione per criticare piuttosto che per capire le ragioni che stavano dietro la mia giocata.

Eppure la cosa più logica sarebbe cercare di comprendere perché un giocatore, che in teoria dovrebbe essere più bravo e più esperto di loro, ha fatto una determinata scelta.  

E’ molto semplice buttare fuori la propria frustrazione attribuendo i meriti soltanto al caso “Eh quello ha vinto perché è più fortunato”, ma questo è un gioco di abilità e le cose stanno diversamente.

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Il conto salato dell’invidia

Io adoro il mio paese e la mia gente, ma proprio perché conosco bene gli italiani so che la tendenza più diffusa è quella di puntare il dito contro qualcosa o qualcuno piuttosto che avere l’umiltà di farsi un esame di coscienza.

Mi spiace dirlo, ma questo è un gran problema: gli italiani soffrono delle gioie degli altri. Soffrono delle imprese altrui. E’ come se pensassero che siccome qualcuno è stato più fortunato automaticamente loro saranno più sfortunati, ma non è affatto così.

A me i giudizi altrui non sfiorano minimamente, perché ho raggiunto una consapevolezza e una serenità nel mio lavoro che mi permette di essere lucido e calmo anche quando il mio ego viene chiamato in causa.”

Con assoluta pacatezza ma con altrettanta determinazione, Dario prosegue in quello che lungi dal voler essere uno sfogo in risposta ai commenti ricevuti, quanto piuttosto un invito a lavorare su se stessi.

Avere un altro sguardo verso il mondo, cambiare attitudine. La stessa che probabilmente gli ha consentito di raggiungere i risultati strabilianti di quest’anno:

Se tu pensi di essere sfortunato, sarai sfortunato. Se invece pensi di essere fortunato, non dico che lo sarai sicuramente, ma ti predisponi a esserlo e le cose probabilmente andranno meglio, funziona un po’ così nella vita.

Fino a quando soffrirai e sarai invidioso dei successi altrui e non riuscirai a godere a pieno della fortuna degli altri, non potrai essere fortunato nemmeno tu. Perché non avrai quella leggerezza per stare tranquillo e lasciare che la fortuna arrivi da te, perché non riuscirai a provare quell’emozione che un tuo amico ti ha fatto provare con estrema genuinità.

Provo a spiegare meglio questo passaggio che in realtà è più semplice del previsto: se ci predisponiamo ad accettare e gioire dei successi altrui, quando sarà il nostro momento saremo inconsciamente più preparati ad accogliere ‘la fortuna’. Che poi significa semplicemente liberarsi dai sentimenti negativi dell’invidia e viversi a pieno la realtà, l’ambiente nel quale il caso si manifesta.

Questo aspetto purtroppo, rende la maggior parte degli italiani limitati sia nella vita che nel poker. Capire se stessi è difficile per tutti ma è la prima cosa su cui lavorare ed è là che ci si fa davvero male… Per capire se stessi non bisogna diventare i giudici più severi al mondo ma comprendere la realtà che ci circonda in tutte le sue sfaccettature, accettarla e andare avanti.

Più si giudicano gli altri e più il nostro inconscio diverrà severo con noi stessi, giudice implacabile di qualsiasi nostra azione. Senza un’attitudine propositiva sarà impossibile riconoscere i nostri limiti e, partendo da questi, provare a migliorarci. Ma è l’unico modo per evolversi ed essere delle persone migliori rispetto a ciò che eravamo prima.”

 

Foto by King’s Casino / PokerNews

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