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Il titolo SCOOP del 65enne Bruno BrunoStrong Marrocco
Tra i vincitori dello Spring Championship Of Online Poker che si è chiuso i giorni scorsi su PokerStars, c’è Bruno Marrocco.
Con il nickname ‘BrunoStrong’ il 65enne, un ex dipendente della Aeronautica Militare adesso in pensione, si è aggiudicato l’evento 42-H del campionato primaverile di poker online, lo SCOOP 42-H 25€ NLHE Swifty Progressive KO.
“Ai fini monetari la vittoria allo SCOOP non è la più importante della mia carriera – dice Bruno – ho vinto altri tornei con premi più alti e dal vivo ho anche vinto un evento delle WSOP CIRCUIT con l’anello al Casinò di Campione d’Italia. Ma la contentezza è stata tanta, soprattutto per il morale che va alle stelle. Però sul momento ho contenuto l’esultanza altrimenti correvo il rischio di far prendere uno spavento alla moglie che dormiva. Festeggeremo con parenti e amici appena sarà possibile visto il periodo di chiusure.”
La sofferenza di inizio final table
Secondo quanto racconta Bruno, il torneo in cui è arrivato al titolo ha avuto un momento di impasse all’inizio del tavolo finale:
“A sette left io ero il penultimo in stack. Alla quarta mano, credo, il doppio ha raddoppiato e io per alcune orbite sono stato il fanalino di coda del chipcount. Detto questo ero comunque molto fiducioso perché gli stack erano quasi tutti lì, la differenza il primo aveva 36bb, io corto 15bb, però sapevo che sarebbe bastato un double-up per tornare in alto. Perciò ho sofferto un po’ perché ero carddead. Mi sono tenuto a galla con gli steal, prima shovando in unopened da BTN con A6o i miei 10bb, poi con AKo da HJ su apertura di UTG 2x ottenendo sempre fold.”
Il livello del tavolo finale, comunque, non era dei più eccelsi:
“Era un tavolo abbastanza abbordabile visto che c’erano due giocatori tight passive e due scarymoney. L’incognita era un giocatore creativo, poi c’era uno corto che non poteva fare altro che affidarsi alla fortuna.”
Le mani della rinascita
A forza di mordere il freno e pazientare, Bruno si riporta in una situazione comoda:
“Nella mano che mi dà la tranquillità apro x2 da MP con 55, gioca il chipleader da BB con A4o, flop 5-T-T, il BB checkraisa la mia bet al flop di 1/3 pot e gioco, turn A, BB shova, gioco e divento chipleader. La mano successiva apro 2x da HJ con AKo, flatta BTN con 99 e giocano i due avversari sui blinds: flop T-8-6r, tutti check, turn 2 che apre FD, leado 1/3pot e gioca BTN, river K, leado halfpot, lui gioca e mi prendo le sue chips”.
Un avversario fastidioso
Nella sua rincorsa al titolo il signor Bruno ha avuto una spina nel fianco:
“A 4 left quello che mi poteva dar fastidio era il player ‘haaat’, diciamo molto creativo perché secondo me metteva anche un po’ a caso, usando delle size tutte sue, con aperture x3 oppure x4/x5 con cui praticamente si committava tutte le volte che apriva. Poi, osservandolo a fondo, ho capito che più alta era la size più la mano era marginale. Praticamente hittava tantissimo, tanto che a quattro left, dopo il mio fold, shova BTN con J9o, lui da SB reshova con AQo, gioca BB con JJ e fa due players out prendendo l’asso al river. Arriviamo così in heads-up, dopo qualche mano siamo pari stack e gli propongo il deal alla pari, l’avversario accetta lasciando in palio 500 euro extra al vincitore. Per un momento ho pensato di non farcela ma non mi sono lasciato andare e ho aspettato il momento opportuno. Poche mani dopo su suo openshove da bottone spillo K9s e gioco, floppo trips e vado io. La mano successiva openshovo coppia di due, lui chiama con 96o e vado io, fine del torneo.”
I progetti
Bruno ha le idee chiare su come userà una parte del malloppo vinto:
“Di sicuro una parte della vincita andrà al poker, credo che alzerò il buy-in medio e prenderò un PC dedicato per migliorare la qualità visiva. Per il medio-lungo periodo penso di affidarmi a un coach per affinare le mie skills ed eliminare alcuni leak che mi porto dietro.”
Anche da queste parole si capisce che la passione per le due carte del signor Bruno nasce da lontano:
“Ho sempre amato giocare a carte: prima del poker, per anni, ho giocato a bridge con notevoli risultati anche a livello nazionale, sia a coppie sia a squadre. L’approccio al Texas Hold’em avviene fine 2013, un po’ come per tutti per sentito dire, tramite amici che giocavano già, attraverso la pubblicità e le trasmissioni in TV. Naturalmente i primi due-tre anni giocavo un po’ per curiosità, ma tutto a caso e senza neanche conoscere bene tutte le regole. Quindi andavo in giro a fare tornei dal vivo con il mitico Luca “Killuck” Daelli, a cui devo molto, per tutte le volte che gli chiedevo spiegazioni su una giocata o su una mano e lui pazientemente mi dava le dritte su come giocarla. In quel periodo ho fatto amicizia con tutti i migliori giocatori del circuito da cui cercavo di attingere nozioni di poker quando si mettevano a disquisire delle mani giocate, per imparare sempre di più. Dopo qualche anno ho capito che se volevo migliorare dovevo appoggiarmi a qualche coach e studiare. Ho visto un annuncio su Facebook del primo corso di Mario “kheldar2010” Bucca e oggi non posso far altro che ringraziarlo”