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il 2 Set 2021

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Vincere il Sunday Million, sei anni dopo: il racconto di Marco Macellari

Vincere il Sunday Million, sei anni dopo: il racconto di Marco Macellari

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Domenica sera su PokerStars andrà in scena la decima edizione del Sunday Million italiano.

Per sapere ad anni di distanza cosa resta della vittoria del torneo più ricco e importante del panorama abbiamo contatto Marco Macellari, primo classificato al sesto Sunday Million del punto it.

Ecco la nostra chiacchierata.

 

Ciao Marco, per iniziare aggiornaci: oggi cosa fai, giochi sempre a poker?

Sì, più o meno faccio le stesse cose che facevo prima di vincere il Sunday Million: in primavera-estate ho uno stabilimento balneare, di inverno gioco a poker. Col passare degli anni mi sono concentrato più sullo stabilimento, mentre sul poker mi sono focalizzato quasi esclusivamente sul cash game. Durante il lockdown sono andato a convivere e quindi per conciliare la vita privata col poker ho cambiato totalmente gli orari, tanto c’era traffico 24 ore. Mi svegliavo alle sette e mezzo – otto, grindavo fino a mezzogiorno e mezzo l’una e poi dalle due fino alle sei. Poi quittavo e dalla cena in poi stavo con la mia ragazza. Una vita molto abitudinaria. In quel periodo ho anche giocato un po’ mtt, ero partito facendo +9k e poi li ho ripersi. Alla fine coi tornei ho fatto pari mentre a cash game mi sono tolto qualche soddisfazione.

 

Quali sono oggi i tuoi ricordi di quella incredibile notte? Mentre cliccavi pensavi alla montagna di soldi per cui stavi giocando?

Quelle notte ero a casa di un amico, Riccardo ‘overbet91’ Bonelli, che tra l’altro proprio domenica, in contemporanea con il nuovo Sunday Million, festeggerà il compleanno. L’immagine più nitida che conservo è sicuramente l’esplosione di gioia dopo l’ultimo showdown e come abbiamo festeggiato tutti e tre insieme. Mentre giocavo non pensavo ai soldi che erano in palio, presi il torneo molto sportivamente, giocavo concentrato per fare il meglio possibile ma non pensavo ai soldi, quelli sono l’obiettivo finale al netto del divertimento ma pensare ai soldi mentre giochi è un handicap perché ti può offuscare il ragionamento, la paura del montepremi ti può far prendere decisioni completamente sbagliate.

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Al tempo vincesti 200k puliti: come hai usato quei soldi e si può dire che quella vittoria ti abbia cambiato la vita?

Di quel gruzzolo qualcosina ho letteralmente regalato a qualche persona a me vicina che ne aveva bisogno, qualcosina ho dato in beneficenza. Mi sono messo a studiare molto il trading perché era un mondo che mi appassionava. Avevo iniziato male, poi, dopo il primo anno un po’ zoppicante, le cose hanno preso una bella piega, ho trovato il mio equilibrio e oggi mi ritengo super soddisfatto. Sul momento non credevo che la vincita avrebbe cambiato qualcosa visto che ho continuato a fare la vita che facevo prima. Invece posso dire che qualcosa è cambiato: dovendo decidere cosa fare di quei soldi per evitare di sputtanarmeli tutti a caso, mi sono messo a studiare quel mondo lì e oggi ci sto facendo un po’ di soldini. Dopo la vittoria credo di aver passato l’inverno in cui ho toccato di meno il mouse: mi sono goduto la vincita e basta. Poi tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 ho iniziato a studiare cash game. Sono partito dal NL50 per aggiustare il tiro e poi ho scalato i livelli. Oggi gioco dal NL200 al NL1.000. La scelta del cash game è basata soprattutto sulla sostenibilità di vita: gli mtt sono troppo stressanti e ingestibili, non credo sia possibile avere una vita equilibrata e soddisfacente giocando mtt.

 

Domenica sera giocherai la nuova edizione del Sunday Million? Da vincitore del torneo, che consiglio daresti ai tanti appassionati che cercheranno il big shot?

Non so se domenica giocherò il Sunday Million. A dirla tutta è già capitato con qualche amico di parlarne e di fare qualche battutina, non sono sicuro ma sarebbe davvero carino giocarlo. Il suggerimento che mi sento di dare è di divertirsi perché è la cosa più importante. E’ un torneo che fa più di cinquemila iscritti in cui tutti sognano il big shot ma solo i primi riescono a raggiungerlo. Quello che è bello è il sogno che coltivano tutti quanti assieme e che accomuna tutti. La cosa più importante è divertirsi.

 

Come vedi il tuo futuro nel poker?

Con luci e ombre. Nel cash game si stanno diffondendo in modo preoccupante i solver in real time. Adesso i programmi sono molto più leggeri e si trovano online a quattro soldi. Magari non restituiscono soluzioni ottimali ma comunque non sono exploitabili. Ci sono sempre soldi da fare ma ho il timore che sia un mercato che sta morendo. In realtà, per me che gioco dal 2008 , è un motivo che sento ripetere spesso, almeno dal 2012. Ma in questo caso è diverso: c’è il rischio che il poker diventi un po’ come gli scacchi, ovvero che i giocatori più forti non si affronterebbero a soldi veri tra loro perché volendo c’è il solver sullo smartphone. Il problema è che queste soluzioni sono sempre più accessibili a tutti. Questo vale per il cash game. Nei tornei lo stesso ragionamento è sempre applicabile ma è più dura materializzarlo, quindi credo che i tornei avranno vita più lunga rispetto al cash.

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