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il 17 Gen 2022

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I segreti di Chris Moorman nella intervista alla moglie Kate

I segreti di Chris Moorman nella intervista alla moglie Kate

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In un gioco a informazione incompleta come il poker, qualsiasi dato può aiutare gli avversari a prendere la decisione corretta nella situazione contingente.

Per questo il classico professionista di poker ha sempre l’atteggiamento un po’ restio a parlare del suo mondo e custodisce gelosamente dei segreti.

Le eccezioni sono poche, ma ci sono. Per esempio, i giorni scorsi Chris Moorman ha raccontato i suoi segreti alla moglie Kate Lindsay per una intervista pubblicata sul portale poker.org.

I coniugi Moorman condividono la passione per il poker e più volte si sono dati battaglia ai tavoli verdi online.

Dovendo rispondere alla sua dolce metà, il britannico non ha potuto che farlo a cuore aperto. Vediamo il ‘dark side’ del poker pro che è emerso dalla intervista.

 

A che domanda ti sei annoiato di rispondere?

Probabilmente qualcosa come ‘cinque consigli per il giocatore medio’. L’ho fatto centinaia di volte. Vuoi dare una risposta diversa ma è come se sentissi che devi ripetere le stesse cose del clichè. Non ho niente di troppo diverso da dire rispetto a quanto già detto da tutti in precedenza. Quindi è una domanda che vuoi lasciarti alle spalle senza impegnarti più di tanto.

Qual è il tuo ricordo preferito sul poker dal Black Friday?

Mi stai chiedendo di riavvolgere il tempo! Probabilmente quando ho raggiunto il tavolo finale all’Aussie Millions all’inizio del 2011. Ero arrivato al punto di abbandonare il poker live perché avevo avuto poco successo e uno dei miei amici Toby Lewis mi aveva buttato giù con uno swap prima del torneo.

Secondo lui non avrei raggiunto il day 2 del torneo e ho usato questa cosa per motivarmi, mettendo sul piatto 12,5k dei dollari di Toby nel percorso che mi ha portato alla vittoria finale. Ha dato il la alla mia carriera live.

Se potessi cambiare una cosa importante della tua carriera pokeristica quale sarebbe?

La cosa più ovvia sarebbe dire non finanziare le persone. Ho perso tanti soldi in quel modo. Ma non sono una persona che ha rimpianti.

Probabilmente direi l’anno in cui ero in corsa per il titolo di WSOP Player Of The Year. Stavo vendendo azione per il 50k 8-games perché il tavolo finale era tutto no-limit. Quindi sono arrivato a credere di dover imparare le basi degli altri giochi e poi una volta raggiunto il tavolo finale avrei avuto tutto no-limit.

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Quello era il mio programma ma poi mi alzai tardi perché la sera prima ero uscito con gli amici e ci eravamo ubriacati e quindi non mi presentai al torneo. Quella è stata una opportunità rara di vincere il POY WSOP perché di solito non gioco i mixed.

C’è qualcosa che le persone sarebbero sorprese di sapere su di te?

Metto sempre in dubbio il mio livello di gioco. Non sono sicuro se ho fatto la giocata giusta. Non è che mi butto giù da solo ma forse non mi do il credito che merito. Può succedere che uscendo da un periodo di tre mesi in cui ho giocato veramente bene incappi in qualche settimana brutta. In queste settimane brutte nella mia testa si affollano pensieri come “Sto giocando sempre bene?” o “Batto sempre questo livello?”. Entro in questo loop da cui mi è difficile uscire.

C’è qualcosa che ancora senti di dover raggiungere nel poker?

Se non ci fosse non starei ancora giocando. Mi piacerebbe vincere un EPT, ma non sembra troppo realistico visto che non ci sono più così tanti tornei come un tempo. Ovviamente vincere il Main Event WSOP sarebbe il sogno. Mi piacerebbe anche vincere una grande serie online tipo il Main Event WCOOP. Mi piacerebbe avere una vincita online da un milione di dollari.

Chi è la persona con cui più ti piace parlare di poker?

Ah, questa è tosta. Forse Tom Macdonald, uno dei miei migliori amici. Gioca cash game a Macao quindi abbiamo dei punti di vista diversi sul poker, ma ovviamente entrambi sappiamo quello che stiamo facendo. Se perdo una grande mano vado a parlare con lui. Anche se la vediamo in modo diverso sul poker non significa che non possiamo conversare e parlare. I giocatori cash in qualche modo ti fanno sempre un po’ aprire gli occhi.

Cosa ti fa tiltare di più?

Questa invece è semplice. Quando sei all-in contro qualcuno e lui ti dice ‘buona fortuna’. Non ha senso. Non vuoi dirlo davvero. Ho degli amici che me lo dicono. Che lo scrivono in chat prima di chiamare l’all-in. Vorrei solo chiudere gli occhi, questa è sicuramente la cosa che mi fa tiltare di più.

Come fai a restare calmo durante un grande bluff, sei mai nervoso?

Di sicuro sei un po’ nervono. Il peggio succede quando fai un grande bluff e un attimo dopo ti penti di come hai giocato la mano. Sai che l’avversario chiamerà, ma potrebbero passare dei minuti prima che lo faccia e intanto convivi col pensiero di aver fatto una brutta giocata.

Ma quando sei a posto con la tua condotta nella mano e sai che hai messo l’avversario davanti a una decisione difficile perché non ti ha snappato con il nuts, finché tanka va bene… Finché sono a posto con la storia che ho raccontato me ne resto nel mio posto al tavolo e penso a qualcos’altro per aspettare di vedere cosa succede. Mi possono guardare quanto e come vogliono.

C’è una mano che ancora ti fa male?

Probabilmente. Penso che in ogni carriera ci sia una mano che ha fatto male, ma devi andare oltre. Se bene quale è per me. Hai fatto la domanda e subito ho pensato a come ho perso tutte le mie chips nel Main Event quest’anno. E’ il torneo più importante dell’anno.

Quando hai una mano su cui hai rimpianti devi imparare a lasciartela alle spalle. Parlare con qualche persona, riderci sopra e andare avanti. A volte però per me è difficile. A volte devi rigiocare il torneo per passare oltre. Quindi questa mano probabilmente resterà in testa finché non rigiocherò il Main Event l’anno prossimo.

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