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Cosa ha detto Andrea Cortellazzi dopo il secondo posto al Main Event EPT Praga
Lo sguardo abbattuto, il filo di voce che trasmette una emozione vibrante, in particolare quando ricorda l’amico venuto a mancare da poco tempo.
Nella prima intervista di Andrea Cortellazzi dopo il secondo posto al Main Event EPT Praga la delusione per la vittoria mancata è ben palpabile.
Ma il valtellinese sa bene che basterà qualche giorno per inquadrare il risultato in una ottica diversa.
Gli effetti psicologici del deal
Incalzato dal collega Davide De Luca, Cortellazzi ha riconosciuto che per lui sono state giornate ad alta tensione:
“In questi giorni ho ricevuto tanti messaggi ma non sono riuscito a rispondere a nessuno perché la tensione mi impediva di rispondere. Ho cercato di rimanere concentrato, giornate così non sai mai quando ti ricapitano nella vita, è un insieme di emozioni unico, hai l’adrenalina a mille e fatichi a dormire la notte. E più passano i day e più ci credi. Ho dato tutto me stesso, è andata così. Dopo il deal la tensione è un po’ scesa. Ne ho risentito, mi è calata la concentrazione. Siamo arrivati all’HU dove il mio avversario secondo me era immortale”
Bisogno di razionalizzare
Andrea spiega che la delusione del secondo posto non ha nulla a che vedere con l’aspetto monetario.
“Non è un discorso solo di soldi, è un desiderio: vuoi solo vincere. Tra qualche giorno mi riprenderò, purtroppo non è il primo tavolo finale che faccio e ogni volta che non raggiungo la medaglia d’oro i giorni dopo mi chiedo se avrei potuto fare qualcosa in più… Ma qua non ho nulla da recriminare, penso di aver dato il 110%. Ringrazio le persone che sono state vicine, ci sono state critiche ma è un problema generale. Personalmente, se c’è un italiano che gioca tifo un italiano. Quando è uscito Dimitri mi è dispiaciuto perché sarebbe stato bello fare un testa a testa tutto azzurro, almeno il trofeo restava in casa…”
Le dediche
Continuando a parlare sembra di capire che in realtà, il rimpianto più grande di Andrea è per una dedica speciale: Cortellazzi avrebbe voluto vincere soprattutto per dedicare il trionfo all’amico Matteo Mutti, venuto a mancare a luglio 2020.
“Volevo vincerlo per dedicarlo a una persona che purtroppo non c’è più, il mio amico Matteo Mutti, che mi aveva sempre consigliato di giocare fino alla morte quando si arriva al tavolo finale senza accettare deal. Gli chiedo scusa se in questa occasione non ho recepito il suo consiglio ma gli scalini erano davvero vertiginosi, non ce l’ho fatta. Volevo dedicare il successo anche a mia figlia Greta.”