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La lettera di Barny Boatman a sé stesso: sii onesto, sii gentile
Quando Barny Boatman ha messo le mani su una delle vittorie più importanti e prestigiose della sua carriera di pokerista, non più di otto mesi or sono, tutta la comunità del giochino gli ha riconosciuto quel tipo di onori che si devono quando accade qualcosa di poco frequente.
Inglese di St. Pancras, un distretto urbano di Londra, Boatman è uno di quei giocatori delle vecchia, in questo caso vecchissima, guardia.
Il giocatore britannico è nato infatti nel 1956 ed è molto vicino al compimento del suo settantesimo anno di età e, con quella vittoria, ha dimostrato a tutto il mondo che non c’è un’età per provare a vincere un torneo prestigioso come l’Euopean Poker Tour di Parigi.
Nei giorni scorsi Poker.org gli ha fornito la possibilità di mettersi a nudo e scrivere una lettera al giovane Barny, cioè a sé stesso, provando a capire da quale tipo di guai avrebbe dovuto mettersi al riparo per evitare gli insuccessi che, giocoforza, la vita ti fa provare.
Ne è uscito un ritratto autentico, sincero e pieno di quella maturità che solo le persone un po’ più avanti con gli anni possono palesare.
“Caro Barny, sono io, tu”
La lettera a sé stesso inizia con un amichevole e bonario saluto a quel Barny che ha pochi anni, quello che ha mosso i primi passi che lo hanno portato ad essere quell’uomo che è oggi.
Il campione inglese parte con una premessa, quella che a 68 anni di età fa capo alla consapevolezza di essere diventato quello che esattamente è, e quello che voleva essere, l’uomo sulla settantina che ha passato vittorie e sconfitte, e non si parla di poker, che hanno originato il buon vecchio Barny.
Poi passa ai consigli, come quello di completare le cose che il piccolo Barny, l’adolescente Barny, l’uomo Barny, ha cominciato, senza finirle, per quella indole un po’ pigra che lo ha caratterizzato per tutta la vita.
Quel ragazzo deve metterci passione, fuoco, concentrazione.
Dovrà essere gentile ed onesto e deve fare affidamento al suo istinto che raramente ha sbagliato quando si è trattato di mettere a fuoco cose e persone e, soprattutto, il fine è quello di non fare del male a nessuno, nel limite del possibile.
Preoccuparsi di ciò che dicono gli altri
Non è vero che non è importante preoccuparsi di ciò che dicono gli altri, occorre ascoltarli, ma il limite e il confine di tale atteggiamento va ricercato nella misura in cui dobbiamo evitare di comportarci per impressionare gli altri: di questo dobbiamo fregarcene.
” Suppongo che sia già troppo tardi per prendere in considerazione l’idea di sostenere l’Arsenal invece degli Spurs. Sì, va bene, ma non sperare. Ci sono più possibilità che un comico cieco vinca Strictly Come Dancing che gli Spurs vincano di nuovo il campionato.
Vai avanti e fatti tatuare. Non sarai mai una star del cinema. Metti da parte le sostanze che alterano la mente. Il mondo è già abbastanza folle e, dove sei diretto, avrai bisogno di ogni cellula cerebrale che hai.“
La risposta del giovane Barny
Non solo Boatman si è prestato a questo tipo di gioco che sta diventando un must sulla rivista web, ma si è spinto più in là, facendo rispondere il giovane Barny.
Non so da quale stregoneria del 21° secolo mi hai fatto arrivare quella lettera, ma ti lascio questa nota da leggere a circa 25 anni dall’inizio del nuovo millennio.
Capisco che il poker sia diventato la tua passione. Ho capito. Conosco già l’emozione di mettere insieme i pezzi e tirare i fili invisibili che fanno andare una mano come si desidera.
Ma non dimenticare cos’altro ti sta a cuore. Quanto ti commuovi e ti arrabbi per l’ingiustizia e l’odio. Non diventare troppo sofisticato o sfumato per vedere che nessuna “preoccupazione legittima” può portare ad appiccare il fuoco alle case con persone al loro interno. E nessuna atrocità ne giustifica un’altra.
Non rimanere in silenzio per un dollaro o una vita tranquilla.