Poker Room
Comparazione Bonus
-
RoomBonus
Ultime notizie
Video consigliati
Phil Galfond: “la condivisione è la chiave per la crescita nel poker”
Nel momento in cui si comincia a giocare a poker, una delle prime cose che si imparano è quella della condivisione delle proprie esperienze al tavolo, che non prendono forma solo nel momento in cui si vuole capire se una mano è stata giocata con i crismi della ragionevolezza, ma anche per cercare di prendere coscienza del fatto se la condotta al tavolo possa essere corretta o meno.
Lo spunto per un pezzo come questo, arriva dal confronto che due mostri sacri del poker moderno, Phil Galfond e Tom Dwan, hanno messo in pratica nel corso degli anni.
L’evoluzione e il fattore chiave
Nel giorni scorsi è infatti uscita una splendida intervista di Galfond nell’ultimo episodio di “The Interview”, il format audio curato da Craig Tapscott su Poker.org, in cui parla della possibilità di crescere attraverso la condivisione delle proprie esperienze in un campo di nicchia come quello del poker.
Alla luce delle caratteristiche principali del nostro gioco, infatti, non è mai semplice parlare delle cose che ci capitano al tavolo con persone comuni, come i nostri familiari, o amici e/o partner che nulla sanno del nostro gioco.
Riprendendo un passo dell’intervista messo nero su bianco da Adam Hampton, Phil Galfond la butta giù senza peli sulla lingua.
“Una delle più grandi chiavi del mio successo, e quello che consiglierei a tutti di fare, è circondarsi di altri giocatori di poker che stanno imparando con te. Se per qualche motivo non puoi, almeno trova un coach: puoi sempre assumere qualcuno che sia quella persona per te, ma non si può sopravvalutare quanto sia utile imparare con gli altri.
Imparare dai video di formazione è prezioso, imparare dai solver è prezioso, ma se sei solo tu e il video o tu e il solver, non c’è un ciclo di feedback e nessuna motivazione condivisa.
C’è una ricompensa emotiva nell’aiutare gli altri a migliorare, che si trasforma in motivazione per te a migliorare. C’è cameratismo. C’è tanto da fare, non è una cosa sola, ma i più grandi jump positivi nella mia carriera sono stati quando ho lavorato a stretto contatto con altri giocatori”.
Le lezione di Tom Dwan
Questo tipo di lezione non si ferma quando arriva il passaggio dalle partite casalinghe a quello che viene considerato “professionismo”.
Anche se in Italia questo tipo di “lavoro” non è riconosciuto per legge, se si ha la percezione di essere diventati qualcosa di più che semplici amatori ( e amanti ) del giochino, la verità è, secondo Galfond, che quel tipo di confronto non può mai venire meno.
Cambiano le parole, cambiano gli argomenti e il modo di discutere delle mani, cambia addirittura il senso di ciò che si dice e il modo in cui ci si pone rispetto a chi hai davanti, ma il confronto rimane il sale di questo gioco se vuoi continuamente e costantemente migliorare.
“Quando ho incontrato Tom era già una leggenda online. Io giocavo $5/10 no limit [hold’em], lui giocava $50/100, $100/200… Non ricordo quali fossero le partite più importanti che si svolgevano all’epoca, ma lui stava giocando le partite più importanti.
Era amico di alcuni dei miei amici, così la prima estate ho soggiornato in una casa con diversi giocatori di poker del forum Two Plus Two, e Tom e Dave Benfield erano amici tra loro. Dave non viveva con noi, ma faceva parte di quella crew di sit and go, e così Dave veniva da noi e Tom veniva con lui, ed è così che ho incontrato Tom.
E così mi ha permesso di sedermi dietro di lui e guardarlo giocare a sei tavoli da $200/400 PLO. È sempre molto generoso in questo modo, senza aspettarsi che tu restituisca il favore.
Abbiamo parlato molto delle mani quando siamo usciti durante l’estate; è quello che amavamo fare, eravamo tutti nerd del poker ed era divertente”