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il 12 Lug 2009

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WSOP, Sette azzurri a soldi nel “Main Event”: “ALFIOSNOB” sopra average

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LAS VEGAS – Tutto, ma non la morte per bui. Il vero giocatore la teme più della peste bubbonica. Finire così nel Main Event delle World Series of Poker è il peggiore degli incubi. Farlo da uomo bolla di “The Big One” poi, con 648 avversari e le rispettive famiglie a tifarti contro, è roba che manco Freddy Krueger. L’ha provato sulla sua pelle Kia Hamadani, il bubble man del 40esimo Main Event della storia delle Wsop. La sua fine, con gli ultimi 500 gettoni di ante messi nel pot e poi a sperare vanamente che quel 3-4 offsuited “scoppiasse” il 9-2 di un avversario che magnanimamente aveva rilanciato sia prima del flop che poi su board Q-6-Q, è stata salutata da un boato di applausi, abbracci e urla che hanno contagiato tutti i presenti della Amazon Room.

Salvatore Bonavena

Salvatore Bonavena

I MAGNIFICI SETTE In mezzo a quell’esultare, stringersi le mani, lanciare i cuscini sottosedia forniti da Everest Poker al cielo manco fossero feluche nel giorno della laurea, anche sette azzurri. Sette eroi che in mezzo al centinaio di connazionali arrivati a Las Vegas con valigie cariche di sogni sono riusciti a resistere alla decimazione di questi primi quattro giorni di Main Event. Sono Alfio Battisti, Salvatore Bonavena, Mauro Corsetti, Corrado Montagna, Alex Longobardi, Maurizio Saieva e Dario Tosin.
Quest’ultimo è l’unico che domani, alla ripresa delle attività, non farà parte del lotto di 407 player ancora in corsa per il titolo di campione del mondo. L’ha eliminato in 463esima posizione, costringendolo ad accontentarsi di soli 25.027 dollari, lo spietato, talentuoso e fortunato francese Ludovic Lacay, secondo in chip al termine della giornata con 1.608.000 di gettoni. Davanti a lui solo un americano, Matt Affleck, con 1.819.000 chip.

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Fabio Battisti

Alfio Battisti

LO SNOB Dietro però, lontani tra non troppo, alcuni mostri sacri del gioco come Phil Ivey e Bertrand Grospellier, 1,2 milioni di chip a testa. E pure un paio di azzurri che a sperare nel colpaccio, in fondo in fondo, non vogliono rinunciare. Soprattutto Alfio Battisti, 23 anni di Latina. Per “Alfiosnob”, come tutti lo conoscono nell’ambiente dell’on line grazie a cui il laziale si mantiene, 950.000 chip accumulate grazie a chiamate geniali con underpair, ma anche grazie a un bel poker chiuso nel primo livello di giornata. Qualcosa meno, 655.000 chip, ha Corrado Montagna, un nome che è tutto un programma. Sotto media, 478.673 gettoni, tutti gli altri italiani. Ma poco importa. Peter Eastgate l’anno scorso sbucò in vetta al chip count molto più tardi del day4. La strada è ancora lunga. E l’incubo peggiore è già toccato a qualcun altro.

Rudy Gaddo

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