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il 14 Lug 2009

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Wsop, Montagna aggrappato al main. Ivey, Esfandiari e Lacay al top

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Sfinito. Corto. Ma felice. E’ Corrado Montagna, l’ultimo azzurro superstite nel Main Event delle World Series of Poker. Dopo dieci ore di battaglia, che al termine di questo day6 hanno limato a 64 il numero dei pretendenti al titolo di campione del mondo di poker, il 31enne reggiano ha concluso con 960.000 gettoni. Meno di quanti ne aveva a inizio giornata. Un terzo dell’average, 3 milioni e 44mila chip. Venti big blind scarsi alla ripresa delle operazioni, visto che al livello 26 i bui saranno 25.000-50.000. Ma-chisse-ne-frega. Intanto Corrado, già così, si è assicurato 90mila dollari di premio e la palma di miglior italiano di sempre “in the Big One”. Meglio di Davor Lanini, che l’anno passato chiuse 81esimo.

E poi, domani è un altro giorno. Si vedrà.

NO MORE Da domani non vedranno più carte firmate Bycicle né chip targate Wsop invece gli altri tre azzurri che stamattina si erano alzati sognando ancora il braccialetto più ambito del mondo del poker. Il primo ad uscire è stato il più corto, Alex Longobardi. Resti con Q-10 off tentando di raddoppiare o rubare, per il novello sposo di Gioco Digitale, call da due avversari con coppia di due e coppia di otto rispettivamente a frustrarne le speranze. Board liscio come l’olio e 176esimo posto per 36.626 dollari al Doge, pure oggi febbricitante. Poco dopo è stato il turno di Salvatore Bonavena. Pure lui short, su board A-Q-4 ha fatto check-raise all in con A-3 incappando in un avversario forte di coppia di quattro servita. Per Mister Ept un 157esimo posto per 40.228 dollari e la rabbia per aver visto Christopher Bach, il suo giustiziere, meditare un call automatico col set tanto a lungo da far sembrare il tutto uno sberleffo nei suoi confronti.

COOLER Scritta più di tutte la fine in 150esima posizione, sempre per 40.228 dollari, di Maurizio Saieva. Due re di mano per il 27enne di Agrigento, giocati in slow play chiamando da early position, ben felice dopo quattro call di mandare i propri resti sul raise a 200.000 del big blind. Peccato che il buiante sia stato ancor più contento di vedere il controrilancio mostrando due assi belli freschi, poi non scoppiati dal board.

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CAMPIONI Molte stelle oggi hanno seguito le orme degli azzurri eliminati. Joe Hachem, David Benyamine, Peter Eastgate, Bertrand Grospellier tanto per citarne alcune. Altre, però, come Phil Ivey, Antonio Esfandiari, Ludovic Lacay, sono ancora lì. Anzi, sono addirittura salite nella top ten del chip count, guidato dallo statunitense Darvin Moon con 9,7 milioni di gettoni. Mai come quest’anno il tavolo finale delle Wsop potrebbe essere popolato di giocatori di pedigree. Sarebbe un gran colpo mediatico. E farebbe il bene del poker.

Rudy Gaddo

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