Apre i battenti casa Sisal: e Ryu sorprende a biliardo

LAS VEGAS – Di solito questa magnifica villetta costruita nella parte orientale di Las Vegas, a due passi dal deserto lungo la Russell Road, è popolata da attori, cantanti, giocatori professionisti dell’Nba (basket) o della Nfl (football). Che, raccontano Mike e Kimberly, i proprietari, “ci vengono durante i week-end a cercare lusso, semplicità, privacy, e uno spazio accogliente per organizzare feste private con gli amici”. L’ultimo in ordine di tempo è stato Juwan Howard, ala degli Charlotte Bobcats.

Stavolta però i due coniugi americani hanno un altro tipo di cliente. Diverso dal solito. In questi 650 metri quadrati distribuiti su due piani, con sei stanze da letto per quattordici posti, per un mese sarà di casa il team pro’ di Sisal, che capitanato da Dario Alioto andrà a caccia di gloria alle World Series of Poker.

“Ryu” e la ragazza Paola Calvaruso, vera e propria padrona di casa della maison Sisal, si sono sistemati venerdì sera in questa maestosa villa con tanto di piscina, idromassaggio, spazio barbecue, biliardo, tavolo da poker, e megaschermi al plasma in ogni dove. Con loro sono arrivati Maurizio Guerra, altro giocatore del team Sisal accompagnato a Vegas dalla ragazza Roberta Santoro, e Marco Wegher. La crema dell’omaha italiano, tanto per esser chiari.

Proprio di omaha, giocato nella variante hi-lo eight or better, hanno parlato i ragazzi sdraiati a bordo piscina nella loro prima notte a Casa Sisal. Tra una sigaretta e una birra, allietati dal vento fresco che addolcisce in modo sorprendenti le notti del Nevada, Alioto e “Superwuby” Wegher hanno condiviso le delusioni di giornata.

“Eccolo lì, il re dell’omaha hi-lo” ha scherzato “Ryu” indicando Marco, durato poco più di quattro livelli nel suo primo torneo delle World Series in vita, il 5.000 dollari Omaha hi-lo. “Non sono giocatore da torneo” si è difeso Wegher, aiutato anche da Guerra che ha ricordato ad Alioto “che in fin dei conti quello che è stato eliminato da due tornei in un giorno solo” è stato proprio lui.

Dario infatti, prima di finire out proprio come “Wuby” nel 5.000 Omaha hi-lo, era uscito anche nell’evento 25, un 2.500 dollari che mescolava omaha hi-lo e stud hi-lo. “Peccato che mi fossi presentato al day 2 con solo quattro big blind e mezzo – ha ricordato il palermitano – e che quindi mi sia andata anche troppo bene d’esser riuscito a durare mezz’ora”. E poi via con un racconto dettagliato delle mani per il blog personale, con le ragazze a sfottere Dario per la prolissità dell’esposizione.

Preso tra due fuochi, Alioto ha ben pensato, allora, di consolarsi con una sfida a biliardo. Peccato che, fin dalle prime biglie, sia parso chiaro che Ryu con una stecca in mano non possa circolare, almeno al cospetto del rivale di giornata, Marco Wegher. “Ti quoto dieci a uno, venti dollari” l’ha provocato Wuby con superiorità. Non l’avesse mai fatto.

Traccheggiando all’infinito, facendo gestacci dietro al biliardo, usando l’arte della provocazione al suo meglio, Alioto è infatti riuscito a sovvertire il pronostico, costringendo il trentino a salvarsi in una rivincita conclusasi all’alba. Niente bella, però. Al risveglio ad attendere i ragazzi terribili del team Sisal c’era la gita sulle moto d’acqua al Lake Mead, quello formato dalle acque del Colorado fermate dalla celebre Hoover Dam. “Un giorno di riposo vero serve” ha spiegato Alioto. Domenica, infatti, inizia un appuntamento atteso con grande trepidazione dal team Sisal: il 2.500 dollari di pot limit omaha. La specialità in cui Ryu ha conquistato il suo braccialetto a Londra. Che il bis sia dietro l’angolo?

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Rudy Gaddo