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Se non hai il soprannome non sei un pro, i nick delle poker stars
Stravaganti, buffi, curiosi, geniali; sono i soprannomi dei poker pro. L’origine? Sconosciuta per alcuni, intuibile per altri….l’importante è avere un nick perché senza non si entra nella Hall Of Fame del Poker.
Di ispirazione zoologica quelli di Gianluca Marcucci soprannominato “ Orsetto”, Stefano Demontis “ Delfino” ( il suo portafortuna, regalo della fidanzata) e Massimo “MaxShark” ( squalo) Mosele .
Categoria diminutivi e nomignoli , invece, per Gabriele Lepore detto “Galb”, il grande Luca Moschitta “ £uca” e Giulio Astarita, meglio conosciuto con il soprannome “ Gi01”.
Assolutamente originale (ed anche un po’ oscuro.. dal latino “forza del diavolo”) il nick di Massimiliano“visdiabuli”Martinez ; sognante quello di Alberto Russo, conosciuto in rete con lo pseudonimo di “Grande Alba”. Alfio Battisti si è scelto, con grande ironia, il nick “alfiosnob”; dato che gli amici lo definivano “snob” per via della sua ricercatezza nel vestire, ha unito nome e soprannome. Anche Dario Nittolo si porta dietro il soprannome datogli dagli amici ossia “Bonzo” per via, a detta loro, della sua somiglianza con i Bonzi.
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Scelta “ Very English” per Alessandro Speranza, in rete con il nick “LuckyTD”. Nick “Made in Usa” , invece, per Max Pescatori che, ad inizio carriera,si faceva notare tra i tavoli per l’immancabile bandana tricolore e durante un torneo a Las Vegas venne soprannominato “il pirata Italiano”. Dario Minieri ne ha addirittura tre di soprannomi: “Caterpillar” per via del suo gioco ultra- aggressivo, “Supernova”( essere un astro nascente vorrà pur dire qualcosa!) e “wiki”, appellativo datogli da Alessandra Cravero per la precisione con cui Dario commenta le partite.
Il nick di Dario “Ryu” Alioto, invece, unisce due grandi passione del pro palermitano: il poker e le arti marziali. Orgoglio nazionale per Claudio “Swissy” Rinaldi nato Mendrisio, nel Canton Ticino. Originalità e carattere nel soprannome di Riccardo Lacchinelli conosciuto come “il funambolo” , per via del suo modo rischioso di giocare a poker e della sua personalità estroversa.
Il soprannome, comunque, non è una prerogativa esclusiva dei nostri giocatori. Pensiamo a Phil “The Poker Brat” (letteralmente “ il cattivo del poker”) Hellmuth o ad Howard “The Professor” Lederer. Non è dato sapere se, quest’ultimo sia contento del suo appellativo; il giocatore è l’unico in famiglia a non avere la laurea e non è neanche l’unico a saper giocare a poker dato che sua sorella è la poker pro Annie Duke (due lauree alla Columbia).
Un detto latino recita “il nome è destino” ed il soprannome?. Stravaganza, egocentrismo, creatività e mondanità, c’è un po’ di tutto in questi appellativi e chi non ce l’ha, se lo procuri perché senza non si entra nella storia. Il soprannome lo voglio anch’ io, e voi avete un nick che vi portereste al tavolo verde?