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VIDEO Candio: Chiedo scusa a Mandriota per averlo chiamato donk!
LAS VEGAS – Anche Filippo Candio martedì sera ha visto la Espn. Ha guardato la registrazione del suo day8, ha perfino provato “un pizzico di vergogna” nel rivedere la sua esultanza al momento dell’ultimo double up, quello dei due assi contro asso-re di John Racener.
“Ora però dovrò cercare di non guardarla troppo spesso, altrimenti rischio di caricarmi troppo. Rivivere quei momenti mi fa riassaporare le sensazioni stupende passate a luglio e potrebbe non essere una grande idea vito che manca così poco al tavolo finale” racconta “Drive On” aprendo le porte della room numero 6221 del Venetian, ormai diventata l’alcova sua e dell’inseparabile Gabriele Lepore.
Al final table del Main Event, quello che assegnerà braccialetto e 9 milioni di dollari al vincitore, mancano poco più di sessanta ore. Ma Filippo per Italiapokerclub c’è sempre.
“Peccato non aver potuto vedere la registrazione assieme, ero qui nella mia stanza a vedere la puntata – attacca Pippo -. L’ultima volta mi è capitato di vedere la puntata in cui scoppio i due assi a Cheong in una poker room e, beh, la sala si è fermata e ho capito che qui tutti mi vogliono bene. Davvero. Però se mi faccio vedere troppo in giro non mi lasciano proprio respirare e allora ieri me ne sono stato qui a guardare la tv”.
Manie di protagonismo? Non esattamente. Ieri notte le poker room di tutta Las Vegas hanno rimandato a ciclo continuo le immagini di quell’intensissimo, magnifico, pazzesco day8. Nelle situazioni in cui Filippo era in azione, beh, le mani effettivamente si fermavano, con tutti a guardare gli schermi e ridere divertiti di questo “crazy italian” che, hanno proprio ragione quelli dalla Espn che anche ieri pomeriggio lo hanno tenuto al Rio per oltre due ore per delle interviste extra rispetto agli November Nine, qui negli States ha “bucato” il video.
“Sì, mi vogliono davvero bene tutti quanti. Ci sono solo quelli di 2plus2, anzi ce ne sono solo alcuni per la verità, che ce l’hanno con me. Ma come si fa a voler male a una persona, ad augurarle di morire, per come ha giocato una mano di poker? Non ha senso, dai. Le critiche ci stanno tutte, ho fatto un errore e Cheong mi aveva incastrato bene, non pensavo proprio avesse i due assi e ero proprio convinto di essere buono con 5-7 in quello spot.
Però poi non mi si può fare una colpa del fatto che mi è andata bene, e del fatto che mi sono comportato male nei suoi confronti. Non credo d’essermi comportato male. Ragazzi, ci stavamo giocando “The Big One”, è un torneo che ha una importanza che nessuno altro ha al mondo, che ti dà delle emozioni e delle scariche di adrenalina senza uguali. Ancora adesso ripeto che a rivedermi mi sembra di impazzire.
L’esultanza scomposta ci stava, anche se faccio ridere. Cheong, che pure ha un carattere molto diverso dal mio, lo ha capito. La verità è che questo è il poker che vuole vedere la gente, dieci musoni al tavolo che giocano con espressione glaciale pensando in assoluto silenzio non sono televisivi.
E non si pensi – chiude Pippo – che però io lo faccia solo per conquistare sponsor (Filippo tra parentesi ne ha giusto ora al polso uno nuovo, ndr). Io mi comporto così perché sono così. E come ho detto oggi alla Espn, non abbiamo ancora visto il meglio”.
httpv://www.youtube.com/watch?v=B7erw6dzwec
Il peggio, però sì. Filippo è capace di ammettere i propri errori anche in un momento come questo, in cui potrebbe tranquillamente farne a meno. “Con Mandriota sì che mi comportai male durante il final table di quello che fu poi il primo degli Ipt e che vinsi. Potrei davvero avergli rovinato la vita, almeno dal punto di vista pokeristico, trattandolo come l’ho trattato. Eppure è pazzesco come di quella puntata di PokerunoMania (di fatto fu il primo torneo italiano trasmesso in tv, ndr) ancora tutti si ricordino più di qualsiasi altra”.
Rudy Gaddo inviato a Las Vegas