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il 29 Giu 2012

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La soluzione dei poker grinder: trasferirsi a Malta

La soluzione dei poker grinder: trasferirsi a Malta

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Non è passato molto tempo da quando l’isola di Malta era nota ai più solamente come meta di vacanze estive low-cost e per il cavalierato. Eppure la situazione di quella piccola isola nel cuore del Mediterraneo e distante meno di cento chilometri dalle coste siciliane è mutata radicalmente. Il mare è sempre meraviglioso, certo, ma il cuore dell’economia isolana è mutato velocemente e dal turismo si è passati al gambling in pochissimi anni. Casinò, ma anche e soprattutto poker online che per i residenti lascia ancora spalancate le porte alle poker room punto com. È dunque piuttosto naturale che a seguito dell’istituzione dei mercati nazionali i pokeristi abbiano visto in Malta una tra le possibilità migliori per aggirare i problemi legati alla propria attività svolta su suolo italiano.

I MIGRANTI — Chi segue il mondo del poker saprà snocciolare alcuni dei nomi più illustri che hanno scelto l’isola di Malta come quartier generale della propria attività. Parliamo di Luca Franchi, un pioniere da questo punto di vista, che prese la decisione di trasferirsi già nel 2010. Sul finire dell’anno seguente fu la volta del duo Bognanni-Kanit che, dopo aver preso alloggio in un bellissimo appartamento di Sliema, condividono un progetto di grinding duraturo e coinvolgente. Non sono solo gli italiani a veleggiare verso Malta. Oltre a diversi olandesi, in fuga da una normativa nazionale ancora più stringente di quella nostrana, è prevista una vasta affluenza spagnola che andrà ad affiancare quella, ingente quanto imprevista, in arrivo dalla Francia. Tra i maltesi d’adozione troviamo anche Aladin Mrkaljevic, ottimo player danese dallo stile squisitamente LAG che ho avuto il piacere di vedere in azione qualche mese fa:

«In Danimarca — mi confidò in quell’occasione — È ormai impossibile pensare di giocare seriamente. Già ora le tasse sono alle stelle e a quanto ho sentito recentemente il governo vuole aumentarle nuovamente.» Non è un problema tutto italiano a quanto pare. «Qui a Malta — continua il danese — la situazione non è perfetta, certo, ma sicuramente puoi pensare di farti una vita guadagnando soldi grazie al poker.»

DA COSA FUGGONO? — Uno degli aspetti che trovo insieme più divertenti e inquietanti, sono i motivi che spingono i nostri giocatori ad abbandonare l’Italia in favore di Malta. Ne ho intervistati tanti, forse tutti i più noti, e nessuno di loro mi ha mai detto, nemmeno a microfoni spenti, di essersene andato dal Bel Paese per non pagare le tasse. Non si cercano trattamenti di favore ritagliati su misura bensì norme eque per svolgere il proprio lavoro serenamente. A Malta tutto questo è possibile: la professione  del grinder è riconosciuta in quanto tale e proprio a partire da questo riconoscimento è tassata. Niente frodi al fisco dunque, ma la più cristallina ricerca di una normalità che in Italia è negata dal perbenismo misto alla lentezza delle istituzioni nel comprendere i cambiamenti inevitabili del sostrato sociale. Lo conferma anche Marco Bognanni:

«Essere venuti a Malta per me e Musta ha significato molto. Qui ti vedono come un professionista, una persona che lavora. Sei messo nelle condizioni di rendere al massimo ed è davvero stimolante.»

Marco Bognanni

Marco Bognanni

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IN PRATICA, CHE SI FA? — Se anche voi siete tra i player intenzionati a lasciare lo Stivale in favore della repubblica maltese dovrete rispettare un iter burocratico primario che solitamente si esaurisce in dieci giorni dal momento in cui si hanno le carte in regola per presentare domanda. Per prima cosa dovete trovare una residenza, non importa se in affitto o di proprietà, e al momento del vostro ingresso a Malta potrete richiedere la carta d’identità dichiarando l’indirizzo di residenza e il lavoro che intendete condurre durante la permanenza — e, per inciso, sappiamo già quale sarà. Una volta ottenuta la carta d’identità avrete la possibilità di accedere alle poker room punto com regolarmente e iniziare la vostra attività tassati del 15% sulle vincite. Regolando così la vostra posizione avrete la possibilità di scaricare le spese dovute alla vostra professione e quindi anche i pernottamenti in hotel o il cambio dell’hard disk del PC da cui grindate andranno ad abbattere l’imponibile su cui calcolare le tasse da pagare.

SOLUZIONE AZIENDALE — Quella presentata sopra è la soluzione più veloce, ma siccome a questo mondo tutto è perfettibile, esiste una seconda soluzione, del tutto legale, a cui potreste volervi appoggiare. È una soluzione adottata da molti fra i giocatori che si sono trasferiti a Malta e solitamente preferita nel caso in cui il soggiorno non sia in solitaria. Se per esempio due o più amici decidono di comune accordo di tentare la via maltese, avranno tutti gli interessi a fondare una società della quale saranno essi stessi gli amministratori, la quale gestirà nominalmente i loro fondi. Il buy-in di un torneo o le spese per il viaggio saranno erogati dalla società ai giocatori e, di pari grado, le vincite eventualmente maturate saranno versate nelle casse della società per poi essere incassate dai soci in un secondo momento. Attraverso questa procedura, solitamente curata e gestita nei dettagli burocratici da appositi studi legali presenti sull’isola, la pressione fiscale sulle vincite scenderà al 5%, un buon guadagno per chi massa parecchio.

La risposta a chi si chiedeva il perché di un futuro trasferimento a Malta, pur non pretendendo di esaurire l’argomento, dovrebbe essere quantomeno tratteggiata con chiarezza. Non illudetevi circa facili magheggi finanziari o altre azioni di questo genere: il governo maltese è permissivo, non idiota, e proprio in virtù delle sue ampie vedute e delle agevolazioni di cui godono i cittadini non accetta di buon grado le frodi. Per quanto riguarda gli appartamenti posso consigliarvi il sito web paradisepropertymalta.com, un vero must per chi decide di trasferirsi sull’isola. Detto questo, fate il vostro gioco signori!

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