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il 9 Ago 2012

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Migliorare a poker: i consigli più utili ricevuti dai Pro italiani

Migliorare a poker: i consigli più utili ricevuti dai Pro italiani

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La teoria del poker si evolve anno dopo anno diventando sempre più precisa e, per certi aspetti, complicata. Spesso e volentieri ci ritroviamo a dover comprendere i perché di una scelta che sposta pochi centesimi di valore atteso e lo facciamo di buon grado sapendo che sul lungo periodo sarà proprio quel margine di guadagno che ci stiamo creando a fare la differenza.

Tuttavia a volte capita che a queste manovre certosine corrispondano errori molto più grossolani che vanno a minare in toto le possibilità di guadagno. Proprio così, spesso dietro alla rovinosa caduta tra i “broke” ci sono errori che protratti per lungo tempo si rivelano ben più gravi del previsto.

È di questi ultimi che voglio parlarvi oggi e per capire quali possano essere i consigli più utili ho chiesto ad alcuni tra i migliori giocatori italiani. Quali sono i migliori che loro stessi abbiano mai ricevuto?

Il primo a rispondere all’invito è Filip Bedzinski: «Non ricordo con esattezza chi me lo disse ma la sostanza è che se abbiamo intenzione di fare una professione di questo gioco i fattori più importanti sono l’ottima gestione del bankroll, con level up mirati e programmati al momento giusto o level down se fosse necessario, e un costante aggiornamento sui trend che si presentano in game. La teoria è in costante evoluzione e non possiamo permetterci di restare a guardare.»

Da sottovalutare nemmeno il consiglio di Michela Antolini, pro di SNAI: «Il miglior consiglio che abbia mai ricevuto viene da un libro, Poker Mindset. Diceva di mettere da parte l’ego e non portarlo al tavolo perché può indurci solamente a prendere decisioni sbagliate. Quindi non prendete sul personale le giocate dei vostri avversari, mai.»

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C’è invece chi si affida alla nonna. Lei ha 92 anni e ancora gioca a poker, lui, il nipotino Jackson Genovesi — pro di Glaming —, sostiene di averle sentito pronunciare testualmente: «In card games, intelligence is the key.» Forse in italiano.

Oreste Pomi è più pragmatico: «Ne ho due. Il primo è di non arrabbiarsi e tiltare se si perdono 99 stack giocando bene, bisogna arrabbiarsi solo per l’ultimo stack che da tiltato abbiamo tirato in testa a qualcuno, perchè è quello che alla lunga fa la differenza. Il secondo è sempre inerente al tilt: smettere di rosicare se vedi altri regular che consideri inferiori vincere enormi MTT o beneficiare di enormi godrun al cash, perchè è totalmente inutile e ridicolo. Questa cosa io l’ho capita solo da un anno e con enorme fatica!»

E voi? Avete ricevuto consigli utili per affrontare meglio l’avventura nel poker? Ditecelo nei commenti!

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