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Poker Online: luglio in calo. Giù il muro del punto IT per uscire dalla crisi
Calo, calo, calo; e non parlo di una dieta dimagrante. È il poker online, specialmente il cash game, a pagare dazio all’estate registrando una brusca battuta d’arresto durante il mese di luglio. Un calo al quale ormai eravamo abituati ma che quest’anno ha colpito in maniera particolarmente evidente.
Unica poker room a resistere al contraccolpo è PokerStars che, con un guadagno del 4,2% sui tornei e del 3,6% sul cash, si dimostra ancora una volta la preferita dagli italiani. Tutt’altro discorso per Microgame che, assieme a Big Poker, fa registrare il passivo peggiore — oltre -25% — ai tavoli cash. Esclusa Intralot (-10,2%) le altre poker room si mantengono attorno al -5%.
Sul fronte tornei Intralot registra il passivo peggiore con un poco lusinghiero -20%, seguita da Big Poker in passivo del 15,4% e, a parte la già citata crescita di PokerStars.it, il resto dei circuiti subisce cali che vanno dai 5,4 agli 8,7 punti percentuali.
QUESTIONE DI FEELING? NO, DI FIELD — Dati alla mano risulta evidente che alcune room hanno sofferto l’estate e la crisi in misura nettamente maggiore di altre. Se per Microgame il calo può essere imputato all’uscita di alcune skin dal circuito, per Intralot e Big Poker i motivi risultano più sfuggenti. Un trait d’union tuttavia c’è e risiede nell’alto numero di giocatori occasionali presenti ai tavoli, i quali sembrano determinare un andamento delle entrate molto più oscillatorio. Crisi, vacanze, caldo, lavoro e chissà che altro: tutti buoni motivi per staccarsi dal computer quando il poker è solamente uno svago. I regular non possono andarsene, è quello il loro lavoro, e l’unica cosa che possono fare è starsene ai tavoli pagando sulla loro pelle i problemi intrinseci di un bacino d’utenza ridotto come quello del poker.it.
POKER LIVE COSA CAMBIA?— Sarà il live la spinta necessaria per catapultare il poker fuori dalla crisi che sta attraversando? Come sempre in questi casi la risposta non può essere che in toni di grigio, visto che nonostante si stia parlando di un regolamento da oltre due anni, il poker live è in attesa del lancio definitivo che, almeno sulla carta e per i meno pessimisti, dovrebbe avvenire entro il 2012. Su quale segmento del field i circoli eserciteranno più appeal? Rispondere a questa domanda sarebbe utile per comprendere il margine di conversione del “nuovo live” in favore dell’online. Purtroppo è impossibile al momento esprimersi in merito e la sola previsione possibile resta un sicuro aumento della liquidità del settore. Più possibilità di investimento si possono sempre tradurre in nuova clientela, ma per il poker è difficile; più probabile che l’aumento del traffico segua le dinamiche già proposte in occasione del lancio del cash online, con un’esplosione incredibile durante i primi mesi che, di li a poco, avrebbero lasciato spazio all’inevitabile assestamento.
ABBATTERE IL MURO, VERSO IL .EU — Chi mi legge da un po’ sa benissimo che sono stato da sempre contrario ai mercati nazionali. Li trovo una forzatura, una soluzione frettolosa e semplicistica a un problema complesso. Di fatto il punto it ha peggiorato il poker, sia per quanto riguarda la velocità di crescita del field, sia per quanto concerne le possibilità lavorative e imprenditoriali offerte dal “giochino“. Il poker italiano è stato costretto a subire il controllo moralista di uno Stato incapace di cogliere le sfumature di un mondo nuovo perché troppo svogliato per riuscire ad ascoltare una minoranza. Dopo oltre tre anni di punto it non ho cambiato idea. I confini, nel poker come nella vita, sono da abbattere; i muri non hanno mai funzionato.