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il 17 Ott 2009

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Studente cerca di trovare i soldi per per pagare il college con il poker e si trova con un debito di 30.000 dollari

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Andiamo ad analizzare una preoccupante situazione che si sta’ verificando all’estero dove le universita’ costano come un mutuo e dove sempre piu’ spesso gli studenti si trovano a dover affrontare l’illusione dei soldi facili che si possono fare  con il gioco on-line. Molti lettori conoscono sicuramente il termine Bankroll ma non tutti, per questi ultimi diremo solo che questo termine identifica i soldi stanziati per giocare a poker, quel denaro che il protagonista Matt Damon aveva accumulato dopo ore di duro lavoro ai tavoli e che decise di giocarsi in una sola partita nel film “Rounders” (1998), ritrovandosi poi a dover lavorare per continuare a poter mantenersi all’università.

Questo sembra aver preoccupato GamCare ( associazione che si occupa della fornitura di consulenza, aiuto pratico, supporto per affrontare l’impatto sociale del gioco d’azzardoche e la tutela dei giocatori ) che ha deciso di dare il via ad una ricerca  perchè si sta’ diffondendo il fenomeno tra alcuni studenti universitari di provare a ricorrere al poker online per pagare il prestito richiesto per il college, ed essendo i piu’ privi delle capacità necessarie e dell’ esperienza utile a garantire un’efficiente gestione del loro denaro finiscono spesso per indebitarsi.

Se poi ci si mette una scarsa capacita’ nel gioco o il deleterio meccanismo di giocare per rifarsi non è difficile credere che uno studente è stato segnalato per avere accumulato un debito di 30.000 dollari. Ci sono stati richiami per la campagna contro quella che è stata chiamata una dipendenza “silenziosa” paragonabile a problemi di droga e alcol.

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Kristy Wanner coordinatore della prevenzione del gioco d’azzardo presso l’University of Missouri ha eseguito una ricerca  in cui è emerso che il il problema è serio basti pensare che solo il 22 per cento dei campus universitari americani hanno un certo tipo di politica che affronti il gioco d’azzardo.Mentre che quasi il 100 per cento dei campus universitari hanno politiche riguardanti l’abuso di alcool.

Quindi se è vero che molti Professional poker players che oggi si siedono nei tavoli High Stakes di poker nelle  interviste non negano di aver iniziato a giocare al college e a volte di aver preferito giocare allo studiare, è pur vero che ne esistono molti altri che al contrario stanno pagando per qualche errore quindi attenzione prima di iniziare a credersi di essere arrivati perchè è stato un buon periodo e si è vinto qualche torneo.

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