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Il WPT arriva in Cina, e Tatjana lotta con la censura
Il World Poker Tour è sbarcato in Cina.
Il primo evento di poker marchiato WPT National in territorio cinese è iniziato ieri, attraendo un field più vasto delle aspettative. Più di 500 poker player si sono riversati nel Casinò MGM Grand Sanya nella provincia di Hainan per condividere il tavolo da poker con gente come Johnny Chan, David Chiu, l’ospite speciale Phil Hellmuth e personaggi di fama nazionale in Cina come il musicista rock Wang Feng.
Tra le mille difficoltà imposte dalle leggi anti-gambling del governo cinese, gli organizzatori del World Poker Tour sono riusciti a mettere in piedi un evento in piena regola e ne sono ben contenti: il CEO Adam Pliska, intervistato ieri da Tatjana Pasalic, si è detto “esaltato da questo risultato che ha superato ogni aspettativa: un’esperienza di gioco di primissima classe in un vero e proprio paradiso tropicale”.
Tutt’altro ambiente rispetto alle sale da poker dell’indipendente Macao, dove le leggi anti-gambling non esistono e il paradiso tropicale è sostituito da un’atmosfera che tutti i player definiscono satura di fumo di sigarette. Il primo torneo WPT National cinese si pone come un evento meno votato al puro azzardo (non ci sono, ad esempio, tavoli Cash Game aperti per chi viene eliminato dal torneo) e più al divertimento ed allo spettacolo.
Ma le contraddizioni, com’è ovvio che sia in territorio cinese, non ci hanno messo molto a venire fuori. La stessa Tatjana Pasalic, voce narrante del WPT al pari di Kara Scott, si è sfogata sul forum 2+2.
La bella e brava giornalista e player croata in questi giorni ha pubblicato molte foto sul social network Instagram. “Userei volentieri anche Twitter e Facebook, ma sono vietati in Cina“ ha commentato TattyTats, aggiungendo poi: “I Social Media sono una parte importante del nostro lavoro. E’ molto difficile svolgerlo, quando non si hanno a disposizione tutti gli attrezzi giusti. Comunque queste sono le regole e bisogna accettarle”
Ma è ancora possibile per il governo cinese mantenere una linea così dura sul controllo di Internet? E’ una restrizione legittima o va a ledere la libertà di parola? Sono interrogativi che vanno al di là del mondo del poker, ma vista la rapida espansione del Texas Hold’em in Asia, potrebbero a breve diventare molto importanti anche nel nostro ambiente.