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Giaroni accusa gli avversari del Partouche di collusion
Parla chiaro Gianni Giaroni, di ritorno dal tavolo finale del Partouche Poker Tour, in un’intervista a Gioconews. A quanto sostiene, infatti, c’erano continui e precisi indizi di un accordo in atto tra i due giocatori francesi – ultimi rimasti in gioco assieme a lui – per escluderlo dal heads up finale. Il tavolo è durato ben diciotto ore, di cui buona parte con solo Cedric Rossi, finito poi secondo, e Jean Paul Pasqualini, arrivato primo dopo il breve scontro a due.
Giaroni afferma che il sospetto è durato poco, e si è presto trasformato in certezza, ed la li in poi è stato come “stare su un ring con una rivoltella puntata addosso“. Si contraddice un po’, la “promessa” del poker italiano, quando sostiene di non voler accusare nessuno, però…Però è stato, e sono ancora parole sue, come “mettere insieme i pezzi di un puzzle” e lentamente capire la situazione.
Sostiene di essere arrivato addirittura a decifrare i segni che gli avversari si facevano, di aver notato “strani movimenti” durante le pause, senza però che potesse farci niente. Questa idea potrebbe tralatro spiegare le giocate molto chiuse che ha fatto durante le fasi finali del torneo, del cui rislutato si dice comunque soddisfatto. Ci sarebbe anche una mano che prova le sue accuse (probabilmente la doppia coppia A2 su board AQ2 foldata da Rossi ndr), ma a causa della stanchezza causata dall’incredibile durata del torneo non è riuscito a ricordarsi quale.
In molti avevano fatto notare il modo strano che aveva gi giocare durante le ultime fasi del tavolo, con chiamate e rilanci apparentemente privi di senso (vedere il buio e passare fino alla fine con AA, rilanciare fuori posizione, eccetera). Queste dichiarazioni potrebbero forse spiegare le sue scelte.
Resta comunque un ottimo piazzamento, che lo porta al settimo posto nella classifica dei giocatori italiani per vincite in torneo. Forse avrebbe potuto finire diversamente, e forse prima o poi lo sapremo. Per ora resta solo la sua voce.