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il 4 Mar 2013

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Le Iene e il poker live: un errore dietro l’altro

Le Iene e il poker live: un errore dietro l’altro

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Ieri sera il signor Luigi Pelazza, giornalista de “Le Iene“, ha fatto arrabbiare non poche persone.

Il servizio realizzato da Pelazza e mostrato ieri sera si chiama “Dentro una bisca clandestina” (e già il titolo…). Per chi non lo avesse visto, un rapido riassunto:

Pelazza riceve a Olbia un “gancio”, un sedicente “giocatore di poker professionista” che promette di aiutarlo a introdursi in una “bisca clandestina”. Il “giocatore”, munito di microcamera nascosta, si reca in un ristorante e durante una cena dice di essere un rappresentante di bigiotteria molto interessato ai tornei di poker: subito alcune persone gli dicono che in un circolo poco lontano si può giocare a Texas Hold’em. Si reca quindi in questo circolo per due sere consecutive e gioca a poker; la seconda sera Luigi Pelazza interviene e suona il campanello della “bisca”, ma prima che la Iena possa entrare, intervengono i Carabinieri che entrano nel circolo, perquisiscono e multano tutti i giocatori.

Non ho mai usato tante virgolette in vita mia.

Una premessa: giocare a poker live sul territorio italiano, fuori dai Casinò autorizzati (Saint-Vincent, Campione d’Italia, Venezia, Sanremo) è senza dubbio illegale, almeno finché non arriveranno le famose 1000 concessioni previste per il mese scorso e che ad oggi non si vedono ancora. Nulla da dire, infatti, sull’operato dei Carabinieri, che con estrema calma si sono recati nella sala, hanno trovato persone impegnate in una attività non concessa e le hanno schedate e multate (di 516 euro a testa): hanno fatto il loro lavoro.

Chi, invece, non ha svolto bene il proprio mestiere, a nostro parere è proprio Luigi Pelazza.

Chi si definisce giornalista ha un compito: raccontare fatti veri. Non costruire castelli di carte, montando ad arte riprese, ingaggiando persone a caso, inventando fatti e mancando anche nelle basi della raccolta di informazioni.

Il servizio di ieri sera, visto dagli occhi di qualcuno che conosce il mondo del poker, è il “solito” frullato di inesattezze a cui ci hanno abituato i media italiani, e soprattutto questo programma di Italia Uno. Andiamo per ordine:

Ancora prima che si entri nella “bisca clandestina” l’atmosfera sembra già quella di un film di spionaggio. Sembra che per poter entrare nel circolo ci vogliano “amicizie potenti”, accordi e complotti sussurrati sottovoce in un ristorante. Chi ha frequentato i circoli di poker sa bene che non è così: l’accesso è libero, non ci vogliono rituali massonici, basta presentarsi davanti alla porta e suonare il campanello.

Una volta entrati nel circolo, notiamo che il nostro “giocatore di poker professionista” sfoggia una bella “mazzetta” di banconote da 50 euro, tanto per dare agli spettatori l’impressione che in questo circolo si giochino cifre altissime.

A proposito del nostro “Pro”, abbiamo qualche dubbio che lo sia davvero. Aiutare Pelazza a comporre questa schifezza di servizio non è una gran mossa in termini di EV per chi fa del gioco del poker la sua professione… e infatti è finito anche lui multato e schedato come tutti gli altri.

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Le scene successive sono quelle che ci fanno più arrabbiare in quanto giornalisti. Gli errori e le inesattezze si susseguono: la sovraimpressione dice che il torneo è un “doble sunce” (double chance). Il dealer è chiamato “croupier“, come fossimo ad un tavolo di roulette.

La “fee”, ovvero la parte di quota d’iscrizione che non finisce nel montepremi ma “a pagare il croupier”, viene chiamata “cagnotta“, un termine che forse ricorderà chi giocava a poker quando la posta si chiamava “puglia” e il check “parola”.

Questa parte di servizio si conclude dicendo che il torneo di “Poker Texas” (sic) è da soli 50 euro, ma che più tardi in nottata i giocatori inizieranno con il “poker classico a 5 carte” (!) e allora sì, si lascia intendere, che cominceranno a volare cifre davvero grosse. Ovviamente però di questa fantomatica partita di 5 card draw high stakes (non so a voi, ma a me vien da ridere…) non ci sono immagini né testimonianze di alcun tipo.

Perché ci fanno così arrabbiare questi errori, sebbene non siano determinanti per il significato generale del servizio? Perché ci dicono che Pelazza non ha nemmeno impiegato qualche minuto in più per scoprire come si scrive “double chance” o come si chiama veramente la “cagnotta”, magari parlando con qualcuno di competente. Sembra proprio che lo scopo di questo servizio fosse solo quello di gettare fango, chi se ne frega del resto.

Il mestiere di giornalista non è così.

Se qualcuno che scrive per il Corriere della Sera, per Repubblica, per la Gazzetta dello Sport, o per ItaliaPokerClub, decidesse di lavorare in questo modo, senza informarsi a dovere sui temi che tratta, verrebbe licenziato.

A giudicare dalla pagina Facebook di Luigi Pelazza, non siamo gli unici a pensarla in questo modo, vista la caterva di insulti che gli sono arrivati in queste ore. Noi non vogliamo insultare nessuno, ma ci siamo davvero stancati di vedere servizi sul poker realizzati in malo modo, col solo scopo di “fare uno scoop” e continuare a screditare un gioco che è già legale online e sta per diventarlo anche live – anzi lo sarebbe già, se non esistessero le lungaggini burocratiche.

Tutto questo mentre c’è chi si gioca lo stipendio a “gratta e vinci” e slot machine. Ah già, ma queste cose sono legalizzate su tutto il territorio italiano. Concedeteci un “LOL”.

Abbiamo contattato Davide Nughes, uno dei giocatori presenti quella sera al circolo di Olbia: ecco la sua versione dei fatti, che come potete immaginare differisce parecchio da quella mostrata nel video.

Chi volesse rivedere il servizio di ieri sera, può farlo in video streaming direttamente sul sito delle Iene.

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