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Poker live: “In Italia operano circa 600 circoli, 2 milioni sono i giocatori”
Il poker live, in Italia, può contare su oltre 600 circoli sparsi su tutto lo stivale. Questo è uno dei numerosi dati che emerge da una ricerca avanzata da Agipronews ed esposta a Rimini in occasione dell’Enada.
Il tema del poker live ultimamente ha preso nuovamente vigore, grazie (o per colpa) del servizio televisivo andato in onda durante “Le Iene” al quale poi sono seguite numerose smentite.
Nonostante sia una pratica non “propriamente legale”, non per il gioco praticato (in questo caso il Texas hold’em in modalità torneo non è considerato gioco d’azzardo) ma per la mancanza di un regolamento vero e proprio che gestisca l’intero movimento, sono circa 2 milioni i giocatori italiani che decidono di continuare nel praticare il poker sportivo.
E’ una tendenza che ricopre tutta l’Italia, ma Campania, Puglia, Lombardia e Lazio risultano le regioni dove il NLHE viene praticato con più regolarità, mentre la città con un flusso maggiore di giocate risulta essere Roma.
Ma come vengono organizzati gli eventi? Sembra che basti un semplice passaparola tra gli habitué oppure una più veloce condivisione dell’evento utilizzando social network come Facebook.
In un modo o nell’altro, il giro d’affari è veramente enorme: sempre secondo i dati raccolti da Agipronews, si tratta di circa 250 milioni di euro all’anno. Una cifra davvero importante che, se legata ad un regolamento Statale, potrebbe portare una boccata d’ossigeno alle casse erariali.
Numeri che nel recente passato erano anche più imponenti: quando il THE spopolò in Italia, nacquero 2000 circoli per il poker live. Poi dal 2008, con il freno imposto dall’allora Ministro Roberto Maroni, poco alla volta, molte di quelle realtà furono costrette a chiudere i battenti.
Nei piani governativi, sin da qualche anno, vi è la legalizzazione delle sale per il poker live: secondo alcune previsioni, all’Erario dovrebbero entrare circa 30 milioni l’anno e si creerebbero oltre 15.000 posti di lavoro.