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Dario Alioto: “Nei tornei da diecimila euro mi accontenterei di un terzo posto”
Impegnato al 2.500$ Razz, il capitano del team pro Sisal Dario Alioto ci dà il suo punto di vista sul tavolo finale Wsop raggiunto la scorsa settimana all’8-game mix.
“Il tavolo più difficile è stato il primo, l’unico di tutto il torneo dove i giocatori erano bravi. Negli altri c’era sempre qualcuno che non aveva la minima cognizione del gioco. A 27 left mi sono trovato a destra il giocatore che ha poi vinto: si era iscritto a caso, più volte si è scusato con il tavolo per gli scoppi dispensati ammettendo di conoscere a malapena le regole di alcune varianti. Quello che mi ha scoppiato al tavolo finale è lo stesso che mi aveva eliminato nel 2009 “.
La run ai tavoli finali giocati finora alle Wsop è una vera e propria croce per Dario:
“In sette tavoli finali che ho giocato finora alle World Series ho vinto solamente due showdown, uno dei quali nel torneo che ho poi vinto, dove comunque il grosso delle chips arrivò in spot uncontested e grazie a un herocall“.
Alioto riconosce poi che il miglioramento del field Wsop nelle varianti è stato minore di quanto messo in preventivo:
“Mi aspettavo che il livello sarebbe salito molto negli ultimi anni, di sicuro alcuni miglioramenti ci sono stati ma non quanto pensavo. Credo che il mio livello sia salito più della media Wsop e ciò non può che farmi ben sperare per il futuro”
Anche per questo il capitano del team pro Sisal ripone grandi speranze nei dieci tornei che lo separano dalla fine di queste World Series.
“Il razz che sto giocando adesso è l’undicesimo torneo dei ventuno che ho in schedule. Mi sento fiducioso per i tre Omaha hi PL e per l’ Omaha hi-low. Devo anche dire che, nonostante abbia giocato la metà dei tornei in programma, a livello di spending sono a un terzo del totale perchè restano i BI da 10.000 dollari. In uno di questi tornei dal buy-in più alto mi accontenterei anche di un terzo posto. Ovviamente il braccialetto resta l’aspirazione massima, ma anche 200 mila dollari non sono certo da buttare”.