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il 23 Giu 2013

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Il Pirata e le risate al tavolo con Phil Ivey

Il Pirata e le risate al tavolo con Phil Ivey

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Giovedì Max Pescatori si è iscritto in tardiva al 5.000$ Limit Holdem trovandosi in un tavolo di superduri assieme a Phil Ivey, Jason Mercier e Daniel Kelly.

Il tavolo è poi stato rotto nel giro di poco, senza che il Pro di PokerClub avesse il tempo di vincere una mano contro i campioni al suo fianco.

Passando da quelle parti, però, oltre al field da fantascienza, saltava subito all’occhio l’inconsueto atteggiamento di Phil Ivey: solitamente, infatti, il nove volte braccialettato mantiene una poker-face imperturbabile, mentre giovedì a più riprese si è lasciato andare a sorrisi e grasse risate.

Il merito di questo insolito ‘mood’ di Ivey è stato proprio di Max Pescatori:

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“Sono anni ormai che conosco Phil Ivey, l’altro giorno abbiamo riso insieme quando gli ho ricordato un episodio che capitò qualche tempo fa alle World Series Of Poker di Londra. Nella bolla di un evento hold’em eravamo allo stesso tavolo, lui si stava facendo fare un massaggio. Io ero andato allin, lui d’un tratto alzò la testa e dal nulla disse ‘chop it up!’ che vuol dire ‘dividi il piatto’. La mano era arrivata al turn, subito dopo che lui disse questa cosa il dealer girò il river materializzando un due che fece chiudere scala all’avversario e mi fece uscire dal torneo. L’altro giorno gli ho ricordato questo fatto dicendogli che mi portò una sfiga mostruosa, così lui si è messo a ridere. La conversazione scherzosa è andata avanti un po'”.

Max Pescatori ha un ricordo sempre vivido delle prime volte che si trovò a incrociare le carte con quello che molti ritengono il migliore e più completo giocatore del panorama mondiale.

“Ho incrociato Ivey ai tavoli tantissime volte. La prima volta che si sedette al mio fianco non giocava tornei ma solamente cash. Io andavo sempre ai tavoli holdem 40-80 del Mirage, lui era un regular dello stud 40-80. Ogni tanto si spostava e veniva al mio tavolo. All’epoca si vedeva che era all’asciutto di holdem e che c’erano tante dinamiche che gli sfuggivano. Però si vedeva anche che era un fine osservatore che veniva lì per ottimizzare il suo gioco. Sarà stato il 2000, massimo il 2001: vedendolo avevo già capito che sarebbe arrivato molto in alto, come poi è puntualmente accaduto”.

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