Poker Room
Comparazione Bonus
-
RoomBonus
Ultime notizie
Video consigliati
Doyle Brunson torna alle WSOP
Non doveva esserci a queste WSOP 2013. Poi era arrivata la smentita, ma sempre con qualche dubbio. Poi non si è saputo più nulla, e per il primo mese non si è fatto vedere al Rio.
Ma ora è qui ai tavoli della Amazon Room, schierato al 50.000 $ Poker Player’s Championship, circondato dai fotografi e dai giornalisti (me compreso) che vogliono immortalare il momento: Doyle Brunson è tornato.
Ma io direi piuttosto: Doyle Brunson non se n’è mai andato. Nemmeno l’anno scorso, secondo i media, doveva giocare, e invece si è presentato puntualissimo al Main Event. Quest’anno ha aspettato solo fino al 50.000 $ Poker Player’s Championship, il più prestigioso torneo di tutta la serie, per farsi vivo ai tavoli, ed è davvero incredibile da vedere.
Incredibile, perché appena mette giù le stampelle e si siede al tavolo da poker, si trasforma. Certo, visivamente non sembra affatto in forma, sovrappeso, sempre più chinato sul tavolo e con la pelle del viso che ormai è cascante ovunque. Ma basta guardargli le mani per capire che non c’è stato un giorno in cui non abbiano toccato carte e chip: i tremori scompaiono appena prende in mano i gettoni, li manipola con consumata abilità e una velocità che manca a molti giovani grinder provenienti dall’online. Vince un piatto (ne sta vincendo davvero tanti nei primi minuti di questo torneo) e in dieci secondi ha già impilato le chip.
Al suo fianco si siede Jennifer Harman, e giocano qualche colpo insieme, ad un livello di history che non possiamo nemmeno immaginare o commentare, dato che giocano insieme ogni sera da vent’anni o forse più. Quando al tavolo si avvicina anche Todd Brunson per salutare il padre, qualcuno ride: “non sapevo che la Bobby’s Room – la sala del Bellagio riservata alle partite high stakes dei campioni – si fosse spostata al Rio”. E ride anche Doyle, di gusto anche.
Dopo averlo osservato giocare per qualche mano, trovo il coraggio e mi chino tra lui e Jennifer per l’unica domanda che posso pensare di fargli: come si sente? “I’m feeling fine. Actually, great.” Giocherà il Main Event? “I don’t know yet.” Già sapevo che Doyle non è uomo di molte parole, ma bastano queste. Sta bene, è rilassato, è confident. “Texas Dolly” non ha ancora finito di riservarci sorprese, e sembra proprio in gran forma: il suo poker parla da solo, gioca benissimo e non esita nemmeno un secondo in qualunque decisione, che si stia giocando a Hold’em, a Omaha o a qualsiasi altro gioco. In fondo, nessuno li conosce – tutti – meglio di lui, che ha visto nascere il poker come lo conosciamo oggi.