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il 11 Lug 2013

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“Scusate il ritardo, ero in prigione”, una giornataccia per Joe Serock

“Scusate il ritardo, ero in prigione”, una giornataccia per Joe Serock

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Di solito quando parliamo di “giornataccia” nel mondo del poker parliamo di quel giorno in cui va tutto storto: si missano i board, non si vedono le carte o si finisce con gli assi scoppiati da 72 offsuited proprio in bolla. Diciamo che ieri Joe Serock avrebbe pagato per avere solo una giornata di quel genere.

Tutto è iniziato quando qualche giocatore si è reso conto che Joe Serock non si era ancora fatto vivo al Day2C del Main Event delle WSOP. Darryl Fish ha lanciato l’allarme su Twitter: “Qualcuno ha visto Joe Serock?“. Anche Jason Mercier si chiedeva dove fosse Joe: “Se qualcuno ha il suo telefono, lo chiami“. Pochi minuti dopo Fish tranquillizzava tutti: “Risulta che Joe sta bene, è stato solo un po ‘impegnato’, annullate la squadra di ricerca“.

Cosa aveva tenuto “impegnato” Serock? Una cosa minore, tipo passare la notte in prigione. Ma cosa ha fatto Serock? A giudicare da quello che lui stesso racconta, è stato arrestato per guidare il suo motorino in una zona ancora in costruzione.

Quello che gli agenti non hanno avuto in considerazione è che a Joe aveva appena tagliato la strada una macchina e che per questo motivo è finito in quella zona vietata, dove ha beccato una buca che l’ha fatto cadere per terra. Gli agenti, non soddisfatti delle spiegazioni di Serock, gli hanno fatto camminare sulla linea della strada per capire se fosse ubriaco. Considerando che era appena caduto a 55 km/h, a Serock mancava solo la nuvoletta di Fantozzi.

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Tutta questa storia è finita con il giocatore in prigione per dieci ore, “in una cella con due panche e dodici persone” e con un’accusa di guida pericolosa. Quando Serock è riuscito a uscire e ad arrivare al Rio a giocare, il suo stack aveva perso un terzo delle chips mangiato dai bui. La giornata dal punto di vista pokeristico non è andata neanche molto bene, visto che in una delle prime mani giocate, Serock ha perso metà del suo già malconcio stack con QQ.

L’indimenticabile giornata del giocatore statunitense non poteva che finire con l’eliminazione del Main Event, nonché con la perdita del secondo cellulare in meno di un mese. “Tanto non mi piaceva“, diceva il povero Serock, che lanciava un ultimo appello disperato: “Non c’è verso che io torni a casa ora a piede. Qualcuno che abbia voglia di uscire e di darmi qualche antidolorifico?

 

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