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Le emozioni e i ringraziamenti di Sergio Castelluccio…
Pochi minuti fa appare su facebook un lungo post di Sergio Castelluccio: dall’amara uscita al Main Event WSOP è il primo segno che il forte player irpino dà di sé sui social network e non solo.
Certamente, dopo l’amarezza dei primi momenti, Sergio ha “digerito” il dispiacere per un sogno solo accarezzato e, come solo la razionalità aiuta a fare, si evince dalle sue parole una grande soddisfazione per un risultato che appare come l’ennesima conferma a livello professionale.
Non solo, il non raggiungimento dell’olimpo pokeristico chiamato “November nine” potrebbe esser, secondo Castelluccio, motivo per mantenere alti obiettivi pokeristici che, in caso contrario, sarebbero potuti venir meno.
Ecco le sue parole:
“Non sapevo come l’avrei presa qualora fossi uscito prima del tavolo finale, ma devo dire che non ci sono rimasto poi tanto male. Coronare un sogno ti lascia un po’ spiazzato. Il giorno dopo non sai da dove ricominciare, quali stimoli trovare” – continua Sergio – “Raggiungere un traguardo così ambizioso mi avrebbe tolto senz’altro gli stimoli giusti per andare avanti.
Quando sei li’ il tuo unico obiettivo e’ realizzare la tua impresa ma io mi sono chiesto tante volte cosa avrei fatto dopo, qualora ci fossi riuscito.
E questo non perché mi sarei sentito nell’olimpo dei giocatori: Finire nei november 9, come vincere qualsiasi altro torneo non vuol certo dire essere tra i migliori giocatori del mondo. Per dimostrare di essere un buon giocatore di MTT bisogna confermarsi nel tempo, il singolo evento può vincerlo chiunque (o quasi).”
Devo fare dei doverosi ringraziamenti e vorrei iniziare con Denise negrel, una persona fantastica che ho avuto modo di conoscere in questi giorni. È stata capace di organizzare tutti gli spazi vuoti che avevo nelle pause dal torneo: dalla prenotazione delle cene durante il main event alla prenotazione degli spettacoli durante i giorni liberi, dall’aiutarmi con l’inglese quando ne ho avuto bisogno al farmi trovare sempre una macchina libera ad accompagnarmi. Penso che una parte di questo successo sia dovuta anche a lei.
Non posso certo dimenticare Antonio Ricci che è sempre in prima fila quando si tratta di tifare per qualcuno del suo team, ne’ gli amici e compagni di squadra Mustapha Kanit, Marco Bognanni e (l’ex) Daniele Amatruda. Vale lo stesso per zio Michele Limongi: è stato un po’ come giocare da casa.
Soprattutto devo ringraziare mia moglie che non è potuta esserci fisicamente ma che non ha mai smesso di incoraggiarmi, a qualsiasi ora. Non è la stessa cosa quando senti di non essere solo”.
Realizzazione, tranquillità, felicità e la consueta umiltà. Nessun segno di amarezza per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Dopotutto i sogni son belli anche solo da accarezzare, magari non li realizzi appieno facendo in modo che rimangano tali, ancora buoni per esser vissuti.
Vi ringrazio anche per tutti i messaggi di apprezzamento ma devo dire che alcuni sono un po’ esagerati 🙂 Non ho vinto nessun premio nobel, è solo un gioco alla fine; Anche se, come tutti, mi fa piacere essere apprezzato, penso che se avessi raggiunto il ft avrei avuto troppe attenzioni addosso e ciò avrebbe finito per stancarmi e darmi fastidio. Mi basta aver ricevuto gli apprezzamenti di colleghi che stimo.
14° alla fine… ma si, forse è meglio così. Forse gioiremo l’anno prossimo o chissà quando. Per ora va bene e probabilmente non meritavo di più.
Ho vissuto un anno fantastico, tra la nascita di mio figlio e l’affermazione a livello professionale. Mi sento davvero fortunato e se potessi fermare la mia vita in uno specifico momento sceglierei esattamente questo”
Non ci resta che attendere le prossime WSOP, nella speranza di rivivere le emozioni, magari ancora più forti, che Sergio ha regalato a noi tutti. Perché le emozioni, quando sono forti, “bucano” lo schermo di un pc e arrivano a migliaia di chilometri di distanza, come se Las Vegas fosse dietro l’angolo.