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Poker sotto attacco alla “Vita in Diretta”
Il mondo dei giochi è in questo periodo in grande fermento, le trasmissioni televisive e talk show ne fanno argomento di conversazione e analisi: nel pomeriggio di ieri, 1 Febbraio, “La vita in diretta” in onda su Rai1 ha messo al centro del dibattito proprio il fenomeno poker.
La trasmissione partiva dal Poker Grand Prix dando alcuni dati sulla partecipazione di giocatori e intervistando molti volti noti dell’ambiente pokeristico italiano e aveva l’obiettivo di fare chiarezza su ciò che sta accadendo in Italia e su vari aspetti legati al gioco, ma soprattutto alle ludopatie.
Il Talk Show condotto da Lamberto Sposini vedeva la partecipazione della parte istituzionale, rappresentata dall’on. Capezzone, di Tania Scremin, a rappresentare l’ambiente del Poker, del dott. De Luca, medico esperto in ludopatie
Dopo una fase introduttiva di presentazione del problema e del tema di discussione il dott. De Luca ha aperto il dibattito chiedendo a Capezzone di fare qualcosa per bloccare ogni forma di pubblicità e diminuire l’offerta di gioco sul territorio, ma l’onorevole ha ribadito che non è vietando il gioco che si risolve il problema della dipendenza, ma che soprattutto si riconsegnerebbe il mercato nella mani della criminalità perdendo ogni forma di controllo sul problema.
Il dibattito a questo punto è immediatamente degenerato assimilando tutte le forme di gioco e andando a parare sul problema del gioco d’azzardo e compulsivo, il poker è stato così valutato alla stregua delle videolotterie e dei gratta e vinci e dato in pasto ai leoni.
La povera Tania Scremin ha carcato in diversi momenti di far notare la differenza esistente tra i vari giochi e la cultura che c’è dietro il movimento pokeristico che ne fa un fenomeno ben differente dagli altri giochi, ma Sposini ha continuato a snocciolare esempi negativi e casi estremi di gente rovinata per colpa dei giochi: in questo modo “Crisbus” Guerra è stato presentato come una persona che ha distrutto la sua carriera da medico per giocare a Poker, sono stati presi esempi di giocatori che hanno perso ingenti somme di denaro giocando online, intervistati ragazzi che compulsivamente giocano per 10-12 ore al giorno e presentati fenomeni del calibro di Max Pescatori che vincono 10,000 euro al giorno giocando.
L’ analisi, come spesso accade in trasmissioni del genere, è stata sviluppata estremizzando la componente scandalistica e sensazionalistica: in primis non è stata effettuata un’attenta valutazione e differenziazione tra i vari tipi di gioco, in secondo luogo anche se tutte le argomentazioni sul gioco compulsivo erano corrette non è facendo di tutta erba un fascio che si risolve il problema.
Per risolvere un problema bisogna analizzarlo nella maniera corretta e soprattutto bisogna conoscerlo, questo il principale problema emerso dalle parole degli astanti: l’ignoranza. Il Poker è un gioco che richiede abilità e competenza e può diventare anche una professione molto stimolante, i problemi legati al gioco compulsivo e ad atteggiamenti eccessivi ci sono e vanno corretti, ma la soluzione non è la repressione del gioco e non può essere neanche legata alla ghettizzazione dei giocatori.