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Isidoro Alampi, presidente FIGP: “Vi presento il Poker Sportivo 2.0”
Buy-in di massimo 50 euro, campionati per categorie e nessun interesse per i soldi ma solo per la sana competizione sportiva.
Mercoledì scorso, a Roma, la Federazione Italiana Gioco Poker ha presentato in conferenza stampa il ‘Poker Sportivo 2.0’, percorso che mira a riportare il texas hold’em alla dimensione di gioco e a farlo riconoscere come disciplina sportiva da parte del CONI.
Per capire meglio lo stato delle cose abbiamo contattato il presidente FIGP, Isidoro Alampi.
IPC: Da quanto abbiamo capito il centro del progetto è la competizione sportiva, è sicuro che ai giocatori non interessi dei soldi?
IA: Il progetto originario aveva riscosso grandi successi, poi purtroppo le cose sono cambiate e dal 2009 a oggi, senza una guida, i circoli e i club sono diventati in tutto e per tutto dei surrogati in piccolo dei casinò, ovvero con un gioco più orientato ai soldi che alla competizione sportiva. Degli otto punti del manifesto che abbiamo presentato l’altra mattina a Roma, il fulcro è che la pratica del poker sportivo debba essere finalizzata alla competizione tra giocatori per individuare i più forti delle rispettive categorie. In quest’ottica il montepremi è sempre secondario rispetto all’obiettivo sportivo.
IPC: Di che buy-in saranno i tornei dei campionati? Avete già individuato le categorie?
IA: Le categorie ancora non sono definite nel dettaglio, ma la pratica sportiva sarà soggetta a dei punti di merito per mezzo di un software automatizzato. Chiarisco subito che il ranking generato non sarà per nulla equiparabile a una All time money list, ma assegnerà punti in base al coefficiente di difficoltà dei tornei disputati. I buy-in cambieranno a seconda del livello della manifestazione: il circuito avrà infatti una serie di tornei di club, provinciali, regionali fino ad arrivare ai nazionali e agli open, aperti alla partecipazione di tutti. Il costo di iscrizione non si discosterà dalla media dei tornei giocati nei circoli, dove il 90% delle gare effettuate ha un buy-in tra i 30 e i 40 €.
IPC: Quante adesioni avete raccolto finora?
IA: Un numero esatto non saprei farlo, ma sono davvero tante. Oltre ai club esistenti già affiliati FIGP, abbiamo ricevuto numerose richieste da parte di persone che vogliono creare ex-novo dei circoli in ogni angolo dello stivale. Tutti i club che vorranno abbracciare il progetto saranno i benvenuti, ma chi vuole continuare a incentrare il gioco sui soldi non potrà entrare nel progetto sportivo.
IPC: Adesso siamo a novembre, visto che i campionati dovrebbero partire a gennaio i tempi sono piuttosto stretti: ce la farete?
IA: Sicuramente sì, l’esperienza dei campionati sportivi non ci manca, con modestia siamo stati gli unici a organizzarli tra il 2006 e il 2009, quando si poteva fare. Partire in tempo non sarà un problema e sono certo che tanti abbracceranno la nuova disciplina sportiva, così come sono certo che torneranno a giocare quei tanti amatori che si erano allontanati dal texas hold’em dopo la deriva orientata solo al soldo presa dal gioco.
IPC: L’ultima domanda sui tempi dell’accreditamento presso il Coni: quando il texas hold’em sarà ufficialmente riconosciuto come disciplina sportiva?
IA: Nel 2014. Adesso la FIGP è affiliata all’ASI (Associazioni Sportive e Sociali Italiane, ndr), a maggio del prossimo anno si riunirà la Sport Accord, un’associazione no-profit che raggruppa le federazioni sportive nazionali che fanno capo al CIO: una volta ottenuto il riconoscimento internazionale quello del Coni scatterà in automatico.