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il 7 Nov 2013

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Alec Torelli: ‘Gioco le ICOOP dal paese che amo, l’Italia!’

Alec Torelli: ‘Gioco le ICOOP dal paese che amo, l’Italia!’

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Che le ICOOP di Pokerstars facciano gola a tutti appare, ormai, evidente. Montepremi da capogiro a ogni evento e braccialetti dorati che vanno a rappresentare il punto più alto della carriera online di un grinder. Girando tra gli eventi, come faccio ogni sera dall’inizio delle ICOOP, ho intravisto Alec Torelli, guest star di Pokerstars, giocare un torneo di NLHE, la sua specialità: anche per un professionista come lui, abituato a partite high stakes, la manifestazione di Pokerstars non è assolutamente ‘foldabile’. Mi sono così fatto raccontare le sue sensazioni nel giocare sul ‘.it’ e, durante la piacevole chiacchierata, abbiamo spaziato su altri temi.

IPC: Alec, ti ho visto alle ICOOP: quali eventi hai giocato? Ne farai altri?

AT: Si, ho giocato l’ICOOP perché era un torneo con un buon ‘turnout’: con soli 100€ di buy-in erano garantiti 300.000€, davvero niente male! Quando sono in Italia non posso giocare su Full Tilt o Pokerstars.com quindi, per tenermi in allenamento, cerco di cogliere ogni occasione. So che il 10 novembre ci sarà il Main Event ICOOP con un montepremi garantito di 700.000€, credo proprio che lo giocherò.

IPC: Quali impressioni ti sei fatto rispetto al field di Pokerstars.it?

AT: Il field del NL1000 di Pokerstars.it è tosto, non ci sono dubbi, ma credo si possano ottenere comunque risultati ottimi. Credo, inoltre, che i grinder italiani siano infaticabili: Giada Fang, durante l’IPT di Sanremo, mi ha detto che gioca una media di 150.000 mani al mese, aprendo 16 tavoli alla volta… una cosa da supereroi!

IPC: Hai dovuto fare qualche ‘adjustment’ al tuo stile di gioco? Cosa in particolare?

AT: In generale lo stile dei giocatori italiani è piuttosto aggressivo, rispecchia la passionalità della loro cultura. Ogni paese ha il suo stile: gli svedesi sono ‘loose’, i tedeschi molto tecnici e gli americani solidi. Soprattutto negli IPT devo essere molto più conservativo, in parte perché il tavolo è 10 handed, in parte perché nessuno folda!

IPC: Dove trova le motivazioni, un giocatore high stakes, per giocare nel ‘piccolo mondo’ del poker online italiano?

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AT: Indipendentemente dagli stakes, un giocatore deve cercare sempre di dare il meglio, soprattutto per sé stesso. A volte mi capita, essendo abituato a giocare stakes molto alti, di non dare il massimo quando gioco limiti più bassi su Pokerstars.it. Correggere tale difetto rappresenta, per me, un buon esercizio di disciplina.

IPC: Qual è il primo consiglio che daresti ad un grinder online italiano per fare strada nel poker?

AT: Il mio migliore suggerimento è: prima impara a destreggiarti nel cash game, poi passa agli heads up, tutto sarà più facile. Ai miei studenti raccomando sempre di giocare heads up, perché sei forzato a giocare più mani, a giocare più spesso, gestendo anche spot difficili. In questo modo, dato che sei costantemente esposto a nuove situazioni, raggiungerai una buona dose di esperienza molto velocemente.

IPC: Extra poker: è cambiata molto la tua routine quotidiana dagli USA all’Italia?

AT: La mia routine cambia di paese in paese. Nel posto dove passo la maggior parte del tempo, Macao, le mie giornate ruotano sempre attorno al poker. Concetti come giorno, notte, pranzo o cena vengono schiacciati dalle esigenze del gioco, una routine là non esiste. In Italia torno alla normalità: sveglia presto, colazione, palestra e poi lavoro. In California ho uno stile di vita simile, con la differenza che passo meno tempo in giro a far spese, perché comprare cibo in America non è altrettanto divertente. Potrò sembrare pazzo, ma quando entro in un supermercato in Italia rimango sempre incantato davanti ai banconi di gastronomia o ai reparti di frutta e verdura.

IPC: Alec, per concludere, un pregio ed un difetto del nostro paese?

AT: I pregi sono tanti. Il cibo su tutti, poi la storia, la lingua e la diversità che caratterizza il vostro paese: basta prendere un treno, spostarsi di pochi chilometri, per trovare tradizioni e scenari completamente diversi. Ci sono posti come Sardegna, Toscana e il Friuli, ad esempio, talmente diversi che potrebbero appartenere a nazioni diverse, invece sono tutti qui, nel ‘Belpaese’. Servirebbe una vita per visitarlo tutto! Tra i difetti… Internet che non va! Sarò io sfortunato, ma che mi trovi in città o in montagna, sono costretto sempre a chiamare l’assistenza clienti della Telecom. Da quando sono in Italia è il numero che ho composto più volte (ride)!

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