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Matt Savage: “Riconsideriamo la formula re-entry dei tornei”
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E’ finito pochi giorni fa l’ultima tappa dell’Italian Poker Tour, il circuito che ha reso popolare nel nostro paese una particolare forma di buy-in, ovvero l’accumulator, di cui tanto se n’è parlato e discusso negli ultimi mesi. Alcuni sono molto favorevoli, altri hanno deciso direttamente di non giocare questi tornei e nel frattempo un altro importante circuito italiano, le Poker Club Live Series, adotteranno questa formula per la prossima stagione.
Dunque, mentre qua in Italia continuiamo a discutere dell’accumulator, all’estero c’è chi si chiede invece se una formula che ormai consideriamo standard, come quella dei tornei re-entry, sia o meno redditizia a lungo termine per il mondo del poker. A chiederselo in una colonna su un noto sito di poker è stato Matt Savage, Tournament Director del WPT, già recuperato dopo un brutto incidente.
Savage si chiede, senza dare una risposta secca, se i torney re-entry non stiano danneggiando altre modalità di poker come il cash game o i diversi side event che si organizzano in occasione delle grandi tappe pokeristiche, siano esse WPT, EPT… E’ evidente che prima, se uno veniva eliminato prematuramente in un torneo, giocava non solo cash ma anche qualche side event spalmato su più giorni. Ora, invece, i giocatori di solito si riposano per fare re-entry il giorno dopo.
Un’altra considerazione di Savage riguarda i propri giocatori. Secondo il tournament director, il fatto che alcuni tornei di grosso buy-in possano essere re-entry, concentra troppo il bankroll dei giocatori su questi eventi, impedendo loro magari di andare altrove a giocare. Questo crea inoltre una grossa disuguaglianza fra i giocatori che possono permettersi di fare tutte le re-entry possibili e quelli che invece sono rollati solo per un buy-in. Nei confronti di Savage questo potrebbe portare a una situazione in cui una fascia dei giocatori più “casuali” possa vedersi allontanata dai tornei.
Riflessioni sicuramente interessanti, in quest’ultima parte in contrasto con Luca Pagano, che in una recente intervista ci spiegava come secondo lui l’accumulator (che è una sorta di re-entry) aveva riavvicinato alcuni giocatori che non potevano permettersi il buy-in pieno dell’IPT (2.200€) ma potevano invece spendere 700€ o 1.400€ per uno o due giorni di torneo.
Un dibattito molto lontano dal chiudersi e che è più vivo che mai nonostante il periodo economico non certo brillante.