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Carla Solinas: ‘Al WPT il field era più tosto dell’EPT, non ho rimpianti’
E’ davvero fresca la delusione per Carla Solinas. Giusto ieri, a quest’ora, veniva eliminata in modo rocambolesco al 15° del WPT di Praga, torneo che l’ha vista tra i protagonisti negli ultimi giorni, da quando si è risollevata, nella giornata dello scoppio della bolla, dalla penultima posizione nel chipcount fino a un insperato ‘in the money’.
La professionista di GD poker ha già lasciato Praga e siamo riusciti a contattarla a Campione d’Italia, dove oggi, in modalità ‘relax’, si siederà ai tavoli del cash game del casinò.
IPC: Carla, sei più soddisfatta del risultato ottenuto o più delusa per quello che sarebbe potuto essere?
C.S.: Ieri ero delusa, molto. Stanotte ho ripercorso ogni singolo spot giocato nel torneo, che aveva uno dei field più duri mai trovati. Posso dire di non aver alcun rammarico, credo davvero, per la prima volta, di aver dato il 100%. Se il risultato vero non è arrivato, credo però di esserci molto vicina. Sono, dunque, molto felice di come ho giocato e felice per il tifo che mi è stato fatto.
IPC: La mano che ti ha condannata è stata molto dolorosa: ci spieghi esattamente l’action? Qual è l’emozione che hai provato quando hai visto il turn, carta che ha spostato così tanta EV?
C.S.: Apre Hairabedian (ndr: con 5-5) da middle position e pusho i miei 12 bui con AA, trovando il suo call. Niente di che, è una mano che si è giocata da sola, purtroppo non ho avuto occasione, prima, di incrementare lo stack. Ho guardato quel board in apnea e tutto si è infranto in quel turn che gli ha fatto chiudere scala. Devo dire però che, durante il Day 3, ho vinto un colpo al 20% altrettanto rocambolesco, quindi ci sta, fa parte del gioco.
IPC: Hai trovato differenze tra EPT e WPT? I due field, a livello numerico, erano molto differenti.
C.S.: Entrambi hanno strutture fantastiche, però al WPT ho trovato un field decisamente più duro, seppur più ristretto. Durante il Day 2 ho cambiato il tavolo ben sette volte, cosa che mi ha complicato molto la vita, e ogni tavolo era peggiore del precedente! Non riuscivo mai a prendere le misure…
IPC: Una curiosità: in ambito internazionale, le professioniste, al tavolo, vengono viste diversamente rispetto a quanto avviene in Italia?
C.S.: No, direi di no. In generale, ci si concentra molto di più sul gioco, cercando di capire se un avversario sa giocare o meno. Non ci si preoccupa troppo del resto, per fortuna.
IPC: Il WPT di Praga è riuscito a risollevare il tuo 2013 deludente? Il bilancio è meno negativo, quindi?
C.S.: Ha fatto morale più che altro. E’ stato un anno brutto per il poker e per la vita privata, più peggiorava l’uno più andava male l’altra e viceversa. Tra ottobre e novembre ero molto giù, ma gli amici mi sono stati vicini, ho smesso di lamentarmi per ciò che mi stava accadendo, sono tornata a sorridere e le cose hanno iniziato a girare meglio. Questo piccolo risultato credo ne sia la prova. Adesso mi godo il Natale e la famiglia in Sardegna, sperando che il prossimo anno possa essere migliore di questo 2013.