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Le cinque mani che hanno cambiato il poker italiano nel 2013
In questo 2013 ci sono state diverse mani che hanno segnato l’andamento del poker italiano, sia dentro che fuori i nostri confini. Non parliamo solo di coin flips caduti da un lato o dall’altro: sono mani che se fossero finite dall’altra parte ci avrebbero probabilmente fatto raccontare un 2013 molto diverso, sotto più punti di vista. Per esempio, un quasi sicuro November Nine, un possibile titolo EPT…
Due cose però sono chiare: la prima è che la Storia non si scrive con i “se” e con i “ma”. La seconda è che, semplicemente, that’s poker…
1. Castelluccio vs. MacLaughlin al Main Event delle WSOP
Possiamo dire senza paura di sbagliarci che questa è la mano che ha spostato più equity all’Italia del poker nel 2013. Nel caso qualcuno l’abbia già dimenticata (anche noi avremmo voluto), ve la riproponiamo in questa grafica che abbiamo creato quel giorno. Poi abbiamo scoperto che Castelluccio aveva K-K.
Come dare torto a McLaughlin? Erano suited.
2. Fiorini vs. Kurko al Final Table dell‘EPT di Barcelona
Un draw probabilmente infoldabile. Gutshot di scala colore, gutshot di scala e flush draw, per poi scoprire che anche i 9 erano validi: in tutto 15 outs al flop, che da un lato dicevano che Luca era davanti all’avversario, ma allo stesso tempo che doveva chiudere almeno uno dei suoi progetti per vincere la mano e diventare il primo candidato alla picca. Invece è andata così:
Tutti l’abbiamo pensato: a carte invertite il dealer avrebbe girato quadri – quadri.
3. Sammartino vs. Piroddi al Final Table dell‘IPT di Sanremo
La strada per la prima grande vittoria live di Dario Sammartino era in discesa, dopo diversi Final Table andati in fumo quando per una ragione quando per un’altra. Finalmente sembrava la volta buona: heads-up finale, 21 milioni di fiches contro i 4 di Piroddi e uno showdown in cui partiva sopra: A-7 contro K-9, quello che in gergo è un “60-40”. Sei volte su dieci Sammartino avrebbe vinto il colpo, la picca e forse la leaderboard annuale. Invece quello showdown Dario l’ha perso, e anche quello successivo, e anche quello dopo ancora. Questo fa sì che noi dobbiamo continuare a parlare di un re senza corona. Fino a quando?
4. Rocco Palumbo vs. “Predator” all’Evento 54 delle WSOP
Come per Sammartino la situazione era di quelle difficili da migliorare. 30 left, un giocatore limpa da middle position, Rocco spilla K-K e non ha problemi a raisare per snappare quando original raiser pusha. In effetti “Predator” gira A-7. Il flop è liscio ma l’Asso casca puntuale al turn e Rocco esce da un 1.000$ delle WSOP dove vanta già un braccialetto. Dove sarebbe arrivato Rocco con questo double-up è destinato a restare senza risposta.
5. “MaxShark” vs. D’Angelo all’Evento 32 delle WSOP
Finiamo questa raccolta di mani con uno scoppio puro e duro. Non un superdraw che non si chiude, nè un 60-40 o un 70-30 come quello di Rocco. Stavolta parliamo del peggiore, degli assi che vengono scoppiati da una coppia più piccola proprio al river. Come ha poi spiegato più volte durante le giornate WSOP ai nostri inviati a Vegas, qui Mosele checka turn per lasciar speware l’avversario. Invece D’Angelo checka dietro e trova l’improbabile set in ultima strada. Col torneo a 18 left, questa mano avrebbe decisamente potuto cambiare le sorti di “MaxShark”. Forse Final Table e poi chissà… Inutile fare castelli in aria, non lo sapremo mai.