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Il Parlamento francese dice no al mercato in comune con Italia e Spagna per il poker online
Il poker online francese è sempre più in crisi. Negli ultimi mesi, infatti, un numero sempre maggiore di grinders “blues” hanno deciso di espatriare per poter allargare il proprio “range” di gioco e confrontarsi con il punto com.
Alla base della scelta dei players d’oltralpe c’è anche una motivazione legata alla tassazione, considerata troppo “pesante” rispetto alle proposte internazionali.
Questo fenomeno è noto anche anche dalle nostre parti: tanti player online azzurri hanno deciso di trasferirsi a Malta o altrove per poter esprimere le proprie skills contro giocatori di altre nazionalità. Eppure, la situazione dei “cugini” appare ancor più complicata.
L’Arjel, l’ente regolatore dei giochi transalpino, aveva lanciato l’allarme già da qualche tempo: le leggi stipulate del 2010 prospettavano un futuro tutt’altro che roseo per il poker punto fr. Con il passare degli anni, i numeri hanno di fatto dato ragione all’organo di controllo.
Per far fronte a questo “downswing”, Arjel, Aams e Dgoj (l’ente regolatore spagnolo) stavano discutendo da qualche tempo la possibilità di creare un mercato comune nel quale far confluire i giocatori dei tre paesi. Ipotesi intrigante stroncata però, pochi giorni fa, dal Parlamento francese che non intende prendere in considerazione questo scenario.
Il via libera alla liquidità unica da parte della Francia, infatti, avrebbe richiesto un emendamento alla legge approvata nel 2010 per regolare il gioco d’azzardo.
La proposta di modifica avanzata dall’opposizione, dopo l’approvazione dell’Arjel, è stata rigettata dall’Assemblea Nazionale: la Francia non entrerà dunque nel mercato comune.
A questo punto le speranze di vedere un giorno realizzarsi la tanto agognata liquidità internazionale e il ‘punto eu’ crollano sensibilmente.